gioia

LA PAROLA


'Quando sei da solo osserva la tua mente, quando sei con gli altri osserva la parola'. E' questo in sostanza il modo di osservare ciò che esce dalle nostre labbra, conseguenza di ciò che viene dapprima formulato nella nostra mente, secondo la psicologia del buddhismo. La stessa prosegue nel menzionare che esistono quattro tipi malefici di parola: la parola offensiva, quella aspra, la divisiva e l'oziosa. Le prime due sono abbastanza evidenti da riconoscere, quella divisiva è riferita alla parola che crea zizzania, piuttosto che essere conciliante, mentre la parola oziosa è la chiacchiera per la chiacchiera, il pettegolezzo e consimili, una forma mentale di gomma masticante, parole ripetute oziosamente anche per una vita intera. Sarebbe molto interessante per noi tutti e in particolar modo per la nostra classe politica e di governo approfondire l 'uso attento della parola. Come può essere affrontato un sereno dialogo se dapprima non si è purificata la mente dalle quattro forme di parola suddette? il punto è che occorre fare delle pratiche di introspezione per poter equilibrare la parola, pertanto ogni invito al dialogo dei nostri politici diventa un ulteriore terreno di scontro. Negli stadi si inneggia ai cori razzisti, i leghisti inveiscono contro gli stranieri e i minareti, i talk show spesso diventano teatro di insulti offensivi, e in tutto questo dovrebbero sorgere ramoscelli d'ulivo? è chiaro che se il modello dominante è quello delle parole aspre, divisive, offensive, anche i modelli comportamentali lo saranno. La parola violenta genera violenza, la menzogna genera odio. 'Le azioni nascono dal corpo, dalla parola , dalla mente' recita ancora la stessa psicologia, anche se è la mente l'artefice principale. Potremmo finire col dire: 'Chi semina vento raccoglie tempesta',  citato nei Vangeli.