Il VENTO e il LEONE

Accidia


.Nel senso perduto d’affanno, è la tormentata pigrizia d’affrontare nuove sfide che giunge di soppiatto a insidiare il passo, a corrompere la carne dal risveglio del mattino. Icone d’altri giorni, i suoni familiari del fastidioso accapigliarsi, si divorano l’un l’altro scalando vette caserecce, mutazioni d’imbarazzo, semplici passaggi quotidiani.Di tutte le stranezze della vita che ci curiamo d’evitare, ostacoli frapposti dal deliquio repentino d’energie, l’indolenza necessaria al quieto stare, ci ristora, ci ammalia e ci conquista. Distinta seduttrice d’intelletto, sinuosa nelle forme, sfrontata si pavoneggia al contraltare del capriccio; mossa inevitabile d’alato pindarico sostegno, osserviamo incuranti incuriositi ogni frivolo riferimento al piè sospinto, forti d’un cipiglio antico di retaggio al padre ozio.Viene meno la sostanza, sulfurea ingerenza di fatica. Viene meno la forma, delizia argentea di scultura. Di quanto ci appropriamo, come voraci animali di lussuria, assumiamo visione di lentezza, di gaudente divisione di periglio. E il giorno avanza … placidamente.