Il VENTO e il LEONEIl guaio è che gli uomini hanno una particolare abilità nello scegliere proprio le cose peggiori per loro (J. K. Rowling) |
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IL CANTO DEL DERVISCIO
L'uomo è un flauto di canna, sospeso sugli abissi. E invoca la sua origine, cui vorrebbe tornare, tra i lamenti. Poiché è la strada di casa che ha smarrito, e la cerca. Udendolo, il mio cuore è mosso a pietà. E vorrebbe aiutarlo, ma non osa, perché sa che il compito è suo, di lui solo. E l'amore è una dolce follia, che riesce a guarirci dal peccato. Gli innamorati si incontrano, senza parlare, e ciascuno di essi dice proprio ciò che deve dire, ciò che l'altro s'aspetta. Mosè perse i sensi, alla vista del Divino. E così l'amante, che rincorre l'amato. E lo scorge dappertutto, avvolto in mille veli. Che gliene annunciano l'onnipresente esistenza. E quando l'incontro ha luogo, è una dolce ebbrezza, nel delirio, a imporsi. Queste storie si aprono al mondo. Esse sono rivolte agli amici, affinché imparino a guardare. E intraprendano il cammino, se già non si sono messi in viaggio.
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. Dove siamo? Sulle rive dei fiumi. I fiumi della mia vita, pigri e immutati nel silenzio degli anni, tortuosi e irascibili nello spazio di giorni. Imprevedibili. Siamo nel cerchio imperscrutabile di notti insonni ed albe fiammeggianti, colori sfumati, dita intrecciate e parentesi graffe. Siamo nel cuore di tutto ciò in cui credo, l’essenza del vuoto. Picchietta sui vetri sabbia di mare. Sono frattaglie di sogni. Sono le grida che osservo con muto stupore d’attesa, fobiche e sottili staffilate d’istinto, protervie cocciute che mi crescono in grembo. Dove siamo? Nel generoso palmo di marmo campestre. Nella cava strappata alla parete scoscesa. Immobili. Afflitti. Siamo la furia ribelle che sventra il passato tumulando l’ignoto. Siamo stanchi. Traditi. Confusi nel vorticoso fardello deposto fra i rovi. Dove siamo? Se stanche appendici d’assenze ci legano… |
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