In contrapposizione con le altre regioni del sud,
la Campania si dice favorevole alla localizzazione sul proprio territorio di centrali nucleari e di depositi di scorie radioattive. Questa la
posizione del governatore Stefano Caldoro, eletto nelle fila del PDL e dunque uomo di Berlusconi, all’indomani della
decisione del governo di costruire centrali nucleari in Italia solo dove vi sarà il parere favorevole della regione e delle “comunità territoriali coinvolte”. Questo dunque il parziale passo indietro del governo sul nucleare dopo il disastro di Fukushima a seguito del devastante terremoto che venerdì ha sconquassato il nord-est del Giappone. La decisione di Caldoro è del tutto incomprensibile in quanto la Campania è tra le regioni italiane a alto rischio sismico e vulcanico: l’intera comunità scientifica è concorde nell’affermare che, prima o poi, il Vesuvio si ridesterà dal letargo, riprendendo la sua attività eruttiva preceduto da un violento terremoto determinato dal “tappo” di lava solidificata e detriti che ne ostruiscono il cratere. In una conferenza stampa del
2010 l’ex capo delle Protezione Civile Guido Bertolaso ammise l’esistenza di un rischio vulcani in Italia citando in particolare il Vesuvio e il Monte Epomeo a Ischia.Tutto ciò non basta al Presidente Caldoro per opporsi alla scelta del governo. Questa posizione non stupisce più di tanto visto che nel corso degli ultimi settanta anni, dopo l’ultima eruzione del Vesuvio, le varie amministrazioni comunali di destra e sinistra che si sono alternate nei paesi vesuviani, unitamente ai vari governi centrali che si sono susseguiti nella storia Repubblicana, nulla hanno fatto per impedire la proliferazione dell’abusivismo edilizio fin quasi a ridosso del cratere del Vesuvio. Se si considera che a Boscoreale, un paese vicino Pompei alle falde del Vesuvio, lo Stato costruì addirittura un intero quartiere, ribattezzato Piano Napoli, per ospitare migliaia di sfollati del terremoto dell’80 che tutt’ora vi risiedono, la scelta di Caldoro di assecondare le decisioni del governo non stupisce più di tanto visto l’inefficienza con cui tuttora si sta gestendo l’emergenza rifiuti in Campania: ancora si discute per la costruzione di nuove discariche; di piani che prevedono l’edificazione di altri termovalorizzatori al momento non si ha traccia, mentre quello di Acerra funziona a regime ridotto;
lo sversamento in mare di percolato con l’assenso di membri della protezione civile e di amministratori pubblici per dare una parvenza di efficienza e meritarsi elogi e promozioni durante l’emergenza del 2006 all’epoca di Bassolino. Con quale criterio una Regione amministrativamente incapace di fronteggiare l’emergenza endemica dei rifiuti, dal territorio geologicamente equiparabile a una bomba atomica pronta ad esplodere da un momento all’altro, dove vige un alto tasso di collusione tra politica e malavita, può acconsentire che sul suo territorio si costruiscano centrali nucleari?Viva l’Italia!