Mentre l’informazione nazionale catalizza, giustamente, l'attenzione tra la guerra in Libia, gli sbarchi incontrollati di clandestini a Lampedusa, i catastrofici sviluppi nucleari post terremoto/tsunami in Giappone, le leggi ad personam varate dalla maggioranza in tempi record per salvare Berlusconi dai processi in cui è imputato, del tutto in sordina, o quasi, passa il riacutizzarsi dell’emergenza rifiuti a Napoli determinata dalla
parziale chiusura della discarica di Chiano disposta dalla Procura di Napoli per verificare l’esistenza di eventuali infiltrazioni di percolato nel sottosuolo, con conseguente inquinamento delle falde acquifere, per una cattiva impermeabilizzazione del terreno derivante dalla complicità di chi all’epoca faceva parte del commissariato per l’emergenza rifiuti con
la criminalità organizzata che si sarebbe infiltrata nella gestione dell’impianto. La notizia delle presunte infiltrazioni di percolato nel terreno si è subito diffusa tra
gli abitanti di Chiano e Marano che hanno nuovamente presidiato l’ingresso al sito impedendo agli autocompattatori di sversarvi la spazzatura con conseguenze incisive sulla pulizia delle strade cittadine e provinciali ancora una volta invase dai rifiuti. E mentre
il Presidente del Consiglio Italiano è “addolorato” per il suo amico Gheddafi - ma nello stesso tempo lo bombarda insieme agli altri membri dell’alleanza ONU per liberare il popolo libico dalla sua tirannia - i cittadini di Napoli ancora una volta sono vittime della collusione tra politica e camorra senza che nessuno se ne preoccupi più di tanto! Ma si sa, la Libia ha il petrolio, Napoli e la Campania no!