LA VOCE DI KAYFA

NAPOLI AVANTI TUTTA TRA ETERNE EMERGENZE DISSERVIZI CRONICI


Se stendiamo per un attimo un velo pietoso sul riacutizzarsi dell’emergenza rifiuti a Napoli – malgrado, nel corso di due anni, si siano susseguiti enfatici proclami e promesse da parte del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi il quale si vantava di aver risolto il problema, aggiungendo che mai più Napoli sarebbe stata invasa dai rifiuti – e ci guardiamo intorno, scopriamo, eufemisticamente parlando, che tanti sono i problemi cronici, tuttora irrisolti, che fanno di Napoli una delle città d’Italia e del mondo occidentale più martoriate e mal messe a livello di servizi sociali. Nonostante i cittadini paghino regolarmente le tasse, spesso rincarate rispetto alla norma nazionale, senza riceverne in cambio adeguati servizi com’è il caso della TARSU, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani tra le più care d’Italia seppure la monnezza continui a marcire per le vie senza che nessuno la raccolga!Quale sia il motivo per cui Napoli sembra essere stata condannata dalla sorte a vivere in perenne bilico tra ordine e disordine, legalità e illegalità non è dato saperlo. È storicamente dimostrato che nel corso della sua storia millenaria la città ha subito di tutto e di più: invasioni da mare e da terra, carestie, pestilenze, cataclismi, bombardamenti, politica del malaffare, crescita esponenziale della criminalità organizzata e della disoccupazione. Ed è storicamente dimostrato che, a dispetto dell’avversa sorte, i napoletani sono sempre riusciti a sopravvivere e superare tali fasi critiche col sorriso sulle labbra, rimboccandosi le maniche traendo il meglio dal peggio, alimentando la leggenda che li vuole artefici dell’arte d’arrangiarsi. Ma come tutte le leggendo nascono da un fondo di verità e tendono a mitizzare la realtà, anche questa dell’arte d’arrangiarsi viene meno se analizzata alla luce dei fatti concreti. I quali affermano che i napoletani sopportano tutto con rassegnazione semplicemente perché, a loro insaputa, sono stati educati a subire le offese al pari di un animale addestrato. Esempio eclatante è l’episodio che ho vissuto ieri sera in prima persona: rientrando dal centro, verso le 18,30 ero sul marciapiede della stazione metropolitana di Montesanto in attesa che arrivasse il treno per Pozzuoli. Quasi subito l’altoparlante annuncia “è in arrivo il treno metropolitano proveniente da Salerno diretto a Napoli Campi Flegrei”. Alle 18,34 arriva il treno ma non ci salgo perché Pozzuoli dista altre tre fermate per cui aspetto il prossimo. A quel punto per me e tanti altri passeggeri che lentamente si ammassano sul marciapiede inizia un’interminabile attesa di quasi cinquanta minuti, mentre sul binario opposto sopraggiungono mediamente ogni dieci minuti ben cinque convogli diretti a Napoli Centrale. Anziché lamentarsi per la snervante attesa, i passeggeri sogghignavano con aria mesta, scambiandosi tra loro sguardi d’intesa in cui si leggeva la mesta rassegnazione di chi è costretto a subire quotidianamente l’onta di vedere i propri diritti di cittadino calpestati da amministrazioni pubbliche e private che non si fanno scrupoli di rincarare il costo dei servizi senza garantirne la funzionalità, attuando una vera e propria rapina istituzionale!È comprensibile che chi viene da fuori si stupisca con disprezzo dell’immobilità apparente con cui i napoletani subiscono queste offese giornaliere senza protestare. Domandandosi perché, anziché lamentarsi, non agiscano per far valere i propri diritti di cittadini. Solo chi è nato, cresciuto o vive da una vita a Napoli sa che la forza di ribellarsi nei napoletani è stata anestetizzata a monte da chi nel corso dei secoli si è alternato nella loro amministrazione, illudendoli che avere le strade pulite, una sanità funzionante, dei servi pubblici efficienti, strade integre fossero lussi invece di diritti appartenenti a tutti i membri della società. Ecco perché un napoletano quando si reca in un ufficio pubblico per ottenere un documento o sbrigare una pratica, senza avere in quell’ambito una conoscenza o una raccomandazione, riesce ad ottenerli senza alcuno sforzo si stupisce sospirando “ah, fosse sempre così!”.Le manifestazioni violente e pacifiche di questi ultimi tre giorni contro la spazzatura lasciata a marcire per le strade, per quanto possono sembrare dei segnali indicativi che anche la proverbiale pacienza dei napoletani sta per esaurirsi, non illudano più di tanto. La stragrande maggioranza dei cittadini sa che prima delle elezioni amministrative di metà maggio nulla si farà per ripulire concretamente le strade urbane dai sacchetti!Le cronache cittadine di questi giorni raccontano dell’ennesimo scaricabarile tra le istituzioni locali riguardo le responsabilità di questa indecenza civile che offende Napoli e i napoletani. Nel contempo, com’era del resto prevedibile, il candidato a sindaco di Napoli del centrodestra Gianni Lettieri sta utilizzando l’emergenza rifiuti come arma da puntare contro i suo avversari politici del centrosinistra, addebitando alle amministrazioni di questo colore che quasi per un ventennio hanno amministrato prima la regione, poi la regione e il capoluogo campano, la responsabilità di questo immane disastro, dimenticando che il suo sostenitore Silvio Berlsuconi a sua volta si era servito della monnezza di Napoli prima come spot di propaganda elettorale e poi di governo dichiarando di aver ripulito Napoli dai rifiuti per dimostrare che il suo era davvero il governo del fare mentre invece la monnezza sta tuttora là!Ma la spazzatura non è che la punta dell’iceberg: Napoli vive di emergenze croniche. Anche di questo Lettieri è consapevole tant’è che sui i manifesti elettorali ha fatto raffigurare non solo la spazzatura quale problema da risolvere ma anche le strade dissestate, vero pericolo per chi transita in auto, in moto o a piedi per le vie della città; la criminalità, micro e macro, male endemico di Napoli; la disoccupazione; la sanità.Stretti in un’eterna morsa emergenziale - per quanto siano consapevoli di essere oggetti di reiterate ingiustizie sociali la cui causa è da ricercarsi assolutamente  nell’incapacità di chi ha il compito di amministrare la città - è naturale che i napoletani davanti a tanti problemi irrisolti facciano spallucce e vadano avanti. La loro non è né rassegnazione né ignavia: semplicemente sfiducia nelle istituzioni, fiducia nelle loro sole forze!