Nonostante i rifiuti ammassati per le strade e la rabbia dei cittadini esasperati da una situazione/igienico sanitaria che definire tragica è eufemistico, a Napoli e provincia la campagna elettorale per le elezioni amministrative si è svolta non solo con promesse, colpi bassi e zappate sui piedi in diretta televisiva, ma con la presenza quotidiana, o quasi dei rispettivi candidati sindaci tra la gente per tastarne il polso e percepirne gli umori. Tra applausi, invocazioni di giubilo, fischi, schiamazzi e tentativi di linciaggio, ai candidati alla poltrona di primo cittadino a Napoli e provincia non sarà sfuggito che il sentimento predominante nell’elettorato verso i politici e la politica è di indifferenza, rabbia o disaffezione. Nel corso degli ultimi tre anni, praticamente dalle ultime elezioni nazionali che videro il prevalere dell’attuale maggioranza di governo, tante sono state le promesse e le assicurazioni fatte dal governo e dagli enti locali ai cittadini riguardo la risoluzione del problema rifiuti a Napoli ma, come testimonia la realtà, a tutt’oggi nulla è cambiato se non peggiorato. Di chi sia la responsabilità di questa indecenza (ulteriore eufemismo per definire una situazione che esula perfino dai paese del terzo mondo) non sta a noi stabilirlo. Ma è certo che coloro che da lunedì sera, o dopo il ballottaggio del 29 maggio, saranno investiti del ruolo di sindaci, si troveranno tra le mani una grossa patata bollente in quanto sarà da loro che i cittadini pretenderanno la soluzione del problema essendo gli amministratori della città e dunque i responsabili della cosa pubblica. A nulla servirà scaricare le responsabilità sul governo nazionale, la regione e la provincia: su di loro, solo su di loro i cittadini riverseranno la rabbia per essere costretti a vivere in centri urbani trasformati in maleodoranti discariche a cielo aperto nonostante paghino la TARSU più cara d’Italia. Da martedì i nuovi sindaci e consiglieri comunali dovranno rimboccarsi le maniche e, se ce ne fosse bisogno, pur rivestendone gli stessi colori, dovranno avere il coraggio di fronteggiare e rintuzzare a testa alta il governo nazionale e gli enti locali perché collaborino nel trovare una soluzione definitiva al problema in tempi brevi: la monnezza per le strade aumenta a ritmo costante, unitamente alle temperature climatiche ormai prossime ai trenta gradi; insieme a esse cresce il rischio di epidemie. Speriamo che il colera resti solo un triste ricordo, una delle tante pagine nere di questa città, e non un incubo che ritorna a materializzarsi in tutta la sua tragicità per l’avidità e l’incuria degli uomini!