LA VOCE DI KAYFA

IL VOTO DEI GIOVANI AVVIA IL RINNOVAMENTO ITALIANO


Nell’attesa dei ballottaggi del 29 maggio che decreteranno i sindaci di Milano e Napoli nei faccia a faccia tra Pisapia e la Moratti nel capoluogo lombardo e tra Lettieri e De Magistris in quello campano, una riflessione impone il risultato elettorale del primo turno delle elezioni amministrative appena conclusesi con la sconfitta, perché tale è, del centrodestra in virtù del pesante e inatteso passivo di 7 punti della Moratti da Pisapia a Milano, del PD a Napoli con la sconfitta di Morcone estromesso dal ballottaggio con Lettieri del PDL da De Magistris dell’IDV, e dell’affermazione del Movimento a cinque stelle di Grillo in più comuni, in particolare a Bologna dove ha preso quasi il 10% di preferenze. È proprio da quest’ultimo dato che, a mio modo di vedere, dobbiamo partire se vogliamo individuare la causa che ha generato il terremoto politico che sta scotendo in queste ore il paese. Essa ha un nome: giovani! Chiunque tra domenica e lunedì si sia incrociato per strada con un giovane che si recava al seggio per la prima volta o poco più stringendo energicamente in pugno la scheda elettorale al pari di una lancia, e si è fermato a scambiarvi quattro chiacchiere per conoscerne l’orientamento politico, avrà percepito nelle sue parole l’ingenua e decisa volontà di esprimere una preferenza che rompesse con la politica dei mestieranti; la consapevolezza di quanto importante fosse per il proprio voto tanto da paragonarlo a un mattone da sovrapporre a tanti altri nell’edificazione di una casa comune dove chiunque potesse trovare confortevole ospitalità.Sono stati i giovani col loro voto di protesta a sancire un brusco stop alla politica di vecchio stampo fatta di burocraticismo, gerarchie ammuffite e promesse irrealizzabili; a dichiarare probabilmente l’inizio della fine del berlusconismo così come i loro coetanei tunisini, egiziani, libici, siriani e di altri luoghi del mondo i quali su internet, collegandosi attraverso i social network come facebook o twiter, hanno avviato nei loro rispettivi paesi un irreversibile processo rivoluzionario supportato dal passaparola causando la fine di granitiche dittature democratiche come quella di Mubarak in Egitto e di Gheddafi in Libia anche a costo di rimetterci la pelle. Quanto è avvenuto in Italia tra domenica  e lunedì non è un incidente di percorso su cui i partiti, in particolare il PDL, devono riflettere per capire dove hanno sbagliato, correndo ai ripari prima dei ballottaggi. Il risultato delle amministrative è espressione della volontà delle nuove generazioni che hanno compreso quanto importante sia il voto, diversamente da chi quello stesso voto lo svende in cambio di  qualche decina di euro o di un biglietto della partita essendo dotato di un animo gretto, assuefatto al malaffare, che non riesce a concepire che, se si vuole costruire qualcosa di buono per il proprio futuro e quello dei propri figli occorre prima di tutto avere rispetto di se stessi e delle proprie idee. Non liquidarle al miglior offerente ma difenderle gelosamente, anche a costo della vita, da chi se ne vorrebbe appropriare per distruggerle e imporre le proprie allo scopo di assuefarli alla propria volontà rendendoli sui inconsapevoli schiavi, non essendovi nulla di più potente di una bella idea coltivata in modo sano nell’animo di ognuno di noi per renderlo un uomo veramente libero!