LA VOCE DI KAYFA

LO SMACCO DI DEAUVILLE: AL G8 L'ITALIA IMPLORA GLI USA CONTRO I GIUDICI DI SINISTRA


Quale siano i motivi per cui ieri, durante il G8 di Deauville in Francia, il Premier Silvio Berlusconi, poco prima che iniziassero i lavori, si è avvicinato al Presidente americano Barack Obama esternandogli le proprie preoccupazioni riguardo una delle sue ossessioni principali, ovvero che in Italia vi è una dittatura dei giudici di sinistra che impedisce al suo governo di riformare la giustizia, non è dato saperlo! Dalle immagini del video traspariscono eloquenti sui visi di Obama e dell’interprete la sorpresa e l’imbarazzo suscitate in loro dalle parole del nostro capo del governo. A un summit internazionale di tutto si dovrebbe parlare fuorché dei problemi di politica interna. Per cui non si capisce proprio il motivo dell’esternazione berlusconiana. Tuttavia, ragionando utilizzando il metro di giudizio del cavaliere, la risposta non è poi così difficile. Essendo Obama un democratico, ossia un uomo di sinistra, poiché nell’accezione berlusconiana il termine “sinistra” identifica comunismo e i comunisti (un’ altra ossessione del nostro Premier), non si può escludere che Berlusconi, trovandosi al cospetto del Presidente americano, abbia fatto questo ragionamento: Obama, oltre a essere l’uomo più potente del mondo, è un democratico, dunque un comunista! Se mi lamento con lui dei giudici di sinistra che mi perseguitano non è improbabile che egli, nel buon nome dell’amicizia che lega i nostri paese e degli impegni militari assunti dall’Italia affianco degli USA, non “intervenga” presso di loro o di chi li “manovra” invitandoli a essere meno ostici nei miei confronti e verso il mio governo!Questa spiegazione dal vago, ma non tanto, sapore di fantapolitica, pone però automaticamente in discussione l’autonomia dell’Italia rispetto alle scelte da adottare in politica interna. Infatti, se davvero il nostro Premier si fosse lamentato con Obama nella speranza che egli intercedesse con i giudici o con chi li “dirige” affinché non lo ostacolino più di tanto, ciò significa che davvero il nostro paese è una colonia americana: che la politica italiana è alla mercé degli interessi americani in virtù dei quali si decide chi deve governare e chi no, e dunque i cablogrammi rivelati da wikileaks da cui risultava una simile realtà non era affatto baggianate; che le scelte prese negli ultimi vent’anni dai nostri governi sulla partecipazione attiva di truppe italiane in missioni all’estero, iniziando dalla guerra del golfo a quella attualmente in corso in Libia per abbattere il regime di Gheddafi, fino a pochi mesi fa amico di Berlusconi, non erano e non sono decisioni prese autonomamente dal Parlamento italiano ma a monte vi sarebbe una regia - o forse sarebbe meglio dire pressione? - americana!Da cittadini possiamo solo supporre i molteplici motivi che ieri hanno spinto il nostro Premier a comportarsi in maniera tanto imbarazzante. Una cosa però l’anomalia di Deauville ha confermato: tra i tanti problemi che affliggono l’Italia, a Berlusconi stanno a cuore solo quelli che lo riguardano direttamente!Imbarazzo per imbarazzo non sarebbe stato meglio se il Premier avesse confidato a Obama la propria incapacità a arginare la crisi economica che tormenta l’Italia chiedendo un sostegno concreto?Agli italiani delle toghe rosse non importa un bel niente. A loro quel che interessa sono i conti in rosso contro cui sono costretti a fare i "conti" a partire da metà mese per via del portafoglio sempre più vuoto, malgrado Tremonti e Berlusconi dicano il contrario sostenuti dal consumo sfrenato di cosmetici nel nostro paese!