LA VOCE DI KAYFA

UNA PICCOLA, GRANDE SODDISFAZIONE


Da ieri il 7 aprile resterà una data indelebile nella mia vita: in mattinata sono passato dalla segreteria della scuola elementare, presso cui il giorno prima ho terminato il laboratorio di scrittura creativa per ragazzi, a firmare il mandato per la competenza dovutami. L'importo che percepirò sarà superiore a quanto prevedevo, e questo già di per sé sarebbe un enorme motivo di soddisfazione. Ma la soddisfazione più grande deriva dal fatto che è questa la prima volta che i tanti sacrifici che ho fatto, e tuttora faccio, per dedicarmi alla scrittura vengono ricompensati, spingendo delle persone a riconoscermi autorità in quest'ambito tanto da affidarmi delle vite umane nella fase più delicata della loro crescita affinché instilli in loro delle gocce della mia conoscenza! Confesso che anche se mi avessero proposto di coordinare il laboratorio gratuitamente, non avrei esitato a farlo neppure un momento in quanto credo enormemente nel valore etico/formativo della scrittura, e solo il pensiero di poter mettere a disposizione di un gruppo di bambini la mia esperienza, per dare loro le basi su cui poter impostare un' eventuale futuro da scrittori, mi inorgogliva e, nello stesso tempo, responsabilizzava enormemente. Quando ad ottobre, in un incontro preliminare con le maestre che hanno condiviso con me quest'avventura, mi fu ventilata tale opportunità non ebbi timore ad accettare in quanto dalla mia parte avevo a sostegno tre anni di laboratorio di scrittura svolto presso la libreria per ragazzi della mia città.Penso sia importante per una persona che ha il coraggio di credere in se stessa, giungendo a "mettersi in gioco" in un contesto ufficiale, scoprire che quella che fino a ieri era una "semplice" passione, può risolversi in un ulteriore mezzo di sostentamento per vivere, e contemporaneamente in un veicolo pedagogico per la formazione degli uomini di domani! Perché un conto è svolgere un lavoro dipendente, con tutte lo strascico di difficoltà che ne conseguono, e un conto è vivere traendo sostentamento da se stessi, trasmettendo agli altri la propria esperienza. Così facendo ci si sente utili; si dà un significato forte alla vita! La difficoltà maggiore che sapevo avrei incontrato accettando questa sfida consisteva nel fatto che, (mentre i ragazzi che vengono in libreria scelgono liberamente di partecipare al laboratorio perché amano leggere e scrivere, per tanto sono "materia" plasmabile, omogenea per quel tipo di lavoro), a scuola mi sarei trovato al cospetto di un contesto eterogeneo, dove molto probabilmente solo pochi sarebbero stati davvero entusiasti di fare il laboratorio e quindi mi avrebbero seguito, considerando che l'attività laboratoriale si sarebbe svolta durante il tempo prolungato e quindi a quell'ora i ragazzi già erano stanchi di una mezza giornata trascorsa a lavorare tra i banchi. Bene, con soddisfazione posso affermare che in tutti i dieci incontri c'è sempre stato il massimo impegno da parte dell'intera scolaresca, due quinte accorpate insieme, tanto da suscitare il piacevole stupore delle maestre le quali si sorprendevano di come, finanche soggetti non propriamente eccelsi, in quelle due ore di laboratorio si sforzavano di esprimere il meglio di sé. Tuttavia è vero che dal primo istante che misi piede in classe feci presente ai ragazzi che non ero un maestro e che non li avrei giudicati. E forse questo è stato il motivo principale che ha fatto sì che tutti quanti loro, indistintamente, si rimboccassero le maniche e mi seguissero con l'attenzione che li ha contraddistinti, sostenuti dalla consapevolezza che se scrivendo avessero commesso degli strafalcioni, nessuno li avrebbe giudicati, mortificandoli. Al momento non so se mi sarà concessa la possibilità di ripetere tale entusiasmante esperienza, ma di sicuro posso affermare che se io ho insegnato qualcosa ai bambini, loro hanno insegnato molto a me! Soprattutto  mi hanno insegnato che se non ci si pone nei loro confronti con aria di saccenza e severità, ma ci si rivolge loro utilizzando un linguaggio semplice, efficace, diretto ma ricco di sostanza sono ben disposti ad ascoltarti perché i bambini hanno tanta voglia di imparare, di crescere, di fare! E sono pronti anche a sentirsi giudicati ma non di sicuro ad essere mortificati! Mortificarli significa tarpare per sempre loro le "ali"; inibirli; instillare insicurezza in se stessi!I bambini saranno gli uomini di domani, non dimentichiamolo!