LA VOCE DI KAYFA

IN UN VOLANTINO LA LEGA SMONTA LA FAVOLA DEL GOVERNO DEL FARE


Più degli striscioni inneggianti “Maroni Presidente del Consiglio” o “GAME OVER” (un invito a Bossi a staccare la spina al governo); delle parole biascicate da Bossi di un trasferimento in Lombardia dei ministeri presieduti dai leghisti, della fine della partecipazione dell’Italia alla guerra in Libia, della diminuzione delle tasse ai comuni, tra le tante cose ascoltate e viste ieri durante il raduno leghista di Pontida, a mio avviso, quella che sa di un improrogabile preavviso di sfratto al governo è il volantino/scadenzario distribuito alle migliaia di presenti convenuti sul prato in cui la lega indica quelli che peri lei sono punti inderogabili da realizzarsi e i tempi di della loro realizzazione cha variano da due settimane a quindici mesi intitolato FATTI IN TEMPI CERTI.. Nel corso di questi primi tre anni di legislatura, in più occasioni Berlusconi ha definito il suo governo con vanteria “il governo del fare”. Essendo la Lega alleato di governo di Berlusconi, il volantino in cui impone all’esecutivo di agire in “tempi certi”, implicitamente smonta la favola del governo del fare tanta cara al cavaliere. Quel “tempi certi” afferma che finora il governo non ha fatto nulla o poco più.Quel volantino è un vero e proprio ultimatum al governo che, teso a salvare dalle beghe giudiziarie il Premier, in tre anni s’è praticamente disinteressato dei problemi reali del paese tanto che più volte Confindustria e il Governatore della Banca D’Italia lo hanno criticato perché facesse qualcosa di più concreto per riavviare la produzione industriale e rilanciare l’economia nazionale. La bocciatura alle ultime amministrative e ai referendum del centrodestra è la risposta dei cittadini ormai stanchi di sentirsi raccontare dal Premier un mare di promesse cui puntualmente non seguono i fatti. Ieri a Pontida in un volantino la Lega ha posto l’ultimatum a Berlusconi. Bisognerà vedere se il Premier ne terrà conto o continuerà a imporre all’esecutivo di focalizzare la propria attenzione sulla modifica della giustizia per salvarsi dalle inchieste in cui è imputato, delegando i punti segnalati dal carroccio nel volantino, la soluzione della crisi economica del paese, la crisi del mezzogiorno e, non ultima, quella dell’emergenza rifiuti a Napoli (che s’era sempre vantato di avere risolto, smentito puntualmente dai fatti) in secondo piano rispetto alle proprie esigenze che, dispiace dirlo, cozzano con quelle reali della nazione.Ieri Bossi ha dato un primo strattone alla corda già sfibrata dalla batosta elettorale e poi referendaria. Per spezzarla non ci vuole molto!