LA VOCE DI KAYFA

EXIT POLL: IL FALLIMENTO DELLA STATISTICA


L'Unione, almeno così pare, (il condizionale è d'obbligo a questo punto visto la farsa degli exit poll e delle proiezioni che si è consumata ieri...), ha vinto, se pur di poco, anzi di pochissimo, le elezioni politiche.Sarà dunque la coalizione di centrosinistra capeggiata da Romano Prodi a porsi alla guida del paese. Ma per quanto tempo? Lo scarto di voti tra l'una e l'altra coalizione è così risicato che mi sembra che, più di una vittoria, si debba parlare di un vero e proprio "pareggio". Onestamente non voglio fare un'analisi sul futuro politico della nazione, sia perché non ho le conoscenze atte per poterlo fare, sia perché, visto come si sono svolte ieri le cose, non è detto che all'ultimo istante non giungano ulteriori dati a modificare nuovamente il risultato elettorale! L'unica certezza che c'è in tutto questo rincorrersi di exit poll e proiezioni completamente sballate, è quella che se si avesse il buon senso di pazientare fino alla fine del conteggio delle votazioni, come accadeva in passato quando si parlava di vincitori e vinti solo dopo lo spoglio reale delle schede,  non si sarebbe creato il caos che ci ha accompagnato fin quasi all'alba prima di sapere realmente quale schieramento avesse vinto! E si è ancora in attesa di conoscere a quale colore apparterrano i sei senatori votati dagli italiani all'estero...Leggendo i dati finali pubblicati sul sito dell'ANSA, mi sovviene davvero il dubbio che, più di una vittoria del centrosinistra, si debba parlare di pareggio, nonostante i seggi alla camera saranno in maggioranza dell'armata(?) prodiana, 340 contro 277. Mentre al senato il Polo ne avrà uno in più dell'Unione, 155 contro 154, in attesa di conoscere il segno politico dei 6 senatori votati dai nostri connazionali oltre frontiera.Ripensando al caos totale scatenato dalle 15 di ieri, a chiusura dei seggi, allorché i primi exit poll davano una stravittoria del centrosinistra, dato poi del tutto sconfessato dallo spoglio delle schede, mi domando chi abbia avuto la brillante idea di commissionare, e con quali soldi!, alle società di statistica interpellate in questione, i sondaggi da cui far derivare gli exit poll e le proiezioni completamente errate che tanta confusione hanno creato in noi tutti, illudendo molti di avere stravinto quando ancora si dovevano aprire le urne.Da cittadino mi sento indignato perché non si può emmetere un'ipotesi attendibile su chi abbia vinto e chi no, prendendo come stima su un elettorato di quasi cinquantamilioni di votanti un campione di cinquanta/sessantamila, e intervistarlo per sapere per chi ha votato, facendo fede sull'onestà delle risposte! La politica è una cosa maledettamente seria. Non si può ridurla a un semplice balletto di probabilità. In più situazioni, sia politiche, sia di altra natura, la statistica ha dimostrato di non essere affatto una scienza affidabile. Essa ragiona per effetto e per difetto sulla qualità di un raccolto di arance esaminandone un solo spicchio, cogliendo un arancia da un albero ben esposto al sole, o da uno situato all'ombra. E tutti gli altri alberi?   Non sarebbe il caso, almeno quando è in discussione il futuro politico di una nazione, quindi di un popolo, relegarla dietro le quinte, se non addirittura tenerla fuori dal "teatro", lasciando che a parlare siano i numeri, quelli veri, reali, espressione della volontà della gente?