LA VOCE DI KAYFA

SU DE MAGISTRIS E LEPORE LE MEZZE VERITA' DE IL GIORNALE


 Questa mattina su IL GIORNALE della famiglia Berlusconi appaiono due articoli che in un certo modo si contraddicono l’uno con l’altro: la lettera di Vittorio Feltri al Sindaco di Napoli Luigi De Magistris riguardo l’emergenza rifiuti, invitandolo ad arrangiarsi oppure a dimettersi; l’analisi di Stefano Zurlo sull’intervento di ieri sera a Otto e Mezzo del Procuratore di Napoli Giandomenico Lepore sull’inchiesta P4 e l’emergenza rifiuti. Da navigato giornalista qual è, Feltri prende spunto dall’inopportuna dichiarazione del neo sindaco il quale, in uno slancio di entusiasmo, promise di ripulire Napoli dai rifiuti in cinque giorni per cantargliene quattro, mettendo in evidenza un punto chiave che non si può non condividere: è sbagliato definire emergenza una situazione che va avanti da quasi vent’anni la cui responsabilità sono degli enti locali che nel corso degli anni non hanno praticamente fatto nulla per arginarla. È vero, come scrive Feltri che, non appena eletto, l’attuale governo Berlusconi, col contributo della Protezione Civile guidata da Bertolaso diede si impegnò per ripulire Napoli dai rifiuti, ma le successive inchieste sulle ecoballe e sullo smaltimento del percolato a mare che vedono indagati i vertice dell’allora Protezione Civile, Bertolaso incluso, dimostrerebbero che si trattava solo di apparenza tesa ad affermare la favola del governo del fare tanto cara al Premier. Nella sua lettera Feltri dimentica che, prima di De Magistris, fu proprio Berlusconi a dare ripetutamente i “numeri” per quanto concerneva il tempo che sarebbe occorso per riportare Napoli alla normalità: tre, quattro, cinque giorni… Feltri bacchetta, giustamente, De Magistris per essersi lasciato scappare una dichiarazione che, francamente, poteva evitare, dimenticando che il neosindaco non ha fatto altro che rifare il verso al capo del governo.Per quanto poi concerne l’articolo sull’intervento in televisione del Procuratore Lepore, chiunque abbia seguito ieri sera la trasmissione, sa bene che, se da un lato, come si denuncia nell’articolo, il Le porte ha difeso l’utilizzo delle intercettazioni e l’operato dei suoi pm, sorprendendosi che la politica, anziché scandalizzarsi dal contesto che le intercettazioni svelerebbero – ossia l’esistenza di una fitta rete  di interessi politici facente capo a Bisignani tesa a posizionare ai vertici di determinate istituzioni e enti amici degli amici per tutelare gli interessi di singoli individui e società  a essi riconducibili – si indigna per la diffusione delle intercettazione e si impegna per varare una legge che ne limiti la diffusione se non addirittura le impedisca del tutto! Nell’articolo si omette che il Procuratore ha auspicato che l’attuale legge che le regolamenta  venga modificata in meglio per tutelarne la diffusione, evitando che possano essere resi pubblici stralici del tutto irrilevanti alle inchieste col rischio di mettere alla berlina chi non c’entra niente. In tal senso Lepore si è confrontato con il giornalista Antonio Polito presente in studio, giungendo entrambi alle stesse conclusioni. Per quanto concerne invece l’emergenza rifiuti, al pari di quanto scrive questa mattina  Feltri, lo stesso Lepore ha ammesso che non può definirsi emergenza  una situazione che va avanti da anni. E alla domanda della Grubber se le responsabilità sono da ricercarsi anche a Roma, il Procuratore ha risposto che molte sono attribuibili alle amministrazioni locali. Aggiungendo che una piccola parte è riconducibile a Roma, senza responsabilizzare nessuno governo, incluso quello in carica!Messi a confronto, i due articoli rivelano ognuno quelle mezze verità omesse dall’altro senza citarlo, limitando la conoscenza dei fatti al lettore poco informato che si limita alla lettura di un solo quotidiano, soffermandosi solo su determinati articoli. E la sera, anziché seguire programmi di informazione, preferisce guardare spezzoni di varietà datati, papere videoamatoriali, fiction, telefilm o film!