LA VOCE DI KAYFA

LA PROSSIMA EMERGENZA RIFIUTI SCOPPIERà A ROMA?


A smentire quanti sostengono che l’emergenza rifiuti a Napoli sia un problema esclusivamente locale – inefficienza delle amministrazioni regionali, provinciali e comunali nell’organizzare un ciclo completo del trattamento dei rifiuti con relativo insediamento di discariche e costruzione di termovalorizzatori sul territorio, interessi camorristici collusi con ambienti politici e imprenditoriali, totale inettitudine della cittadinanza nel fare la differenziata – è l’aggravarsi di ora in ora dell’emergenza rifiuti a Roma. Tra 6 mesi l’ormai super satura discarica di Malagrotta chiuderà e la regione si sta attivando  per aprire delle minidiscariche nell’ambito provinciale per fronteggiarne la chiusura nell’attesa che nei prossimi tre anni se ne costruisca una nuova dove continuare a sversare i rifiuti capitolini. Anche a Roma, come a Napoli, nei comuni sul cui territorio si prevedono l’apertura di discariche e di impianti di trattamento dei rifiuti la popolazione è in rivolta, seppure i media nazionali continuino a focalizzare l’attenzione su quanto accade a Napoli e in provincia… È vero, tra l’emergenza napoletana e quella romana ci sono enormi diversità: sono circa 20 anni che Napoli è in emergenza, e a riguardo è stata più volte commissariata senza che nulla fosse concretamente fatto per risolvere una volta e per sempre il problema. Certamente una delle cause che aggravarono il problema fu l’atteggiamento di sufficienza dell’allora sindaco di Napoli Antonio Bassolino il quale,   tra il tripudio degli abitanti di Pianura, quartiere sorto abusivamente, chiuse la discarica promettendo che l’intera area sarebbe stata bonificata e vi sarebbe stato costruito un complesso sportivo con campi da tennis e da golf, senza preoccuparsi di aprirne in alternativa altre in cui continuare a scaricare i rifiuti di Napoli. Dopo lo scoppio degli scontri del 2008, quando per fronteggiare l’ennesima emergenza, si vociferava di riaprirla, la discarica fu posta sotto sequestro dalla magistratura perché si presumeva che nel corso degli anni in essa vi furono interrati rifiuti tossici dannosi alla salute.Tuttavia le divergenze tra l’emergenza partenopea e capitolina mettono in risalto un comune aspetto fondamentale: alla politica nazionale Napoli non ha insegnato nulla! Come denuncia la governatrice del Lazio Renata Polverini a Roma da 15 anni il problema rifiuti si trascina e nessuno si è preso la responsabilità di decidere, di programmare, di svolgere il ruolo che la politica deve ricoprire. Sarebbe bastato prendere come esempio il dramma napoletano e attivarsi per scongiurare che lo stesso si riproponesse in altre città italiane. Se oggi Roma rischia tanto è perché nei piani alti dei palazzi romani, chi dovrebbe intervenire per salvaguardare gli interessi dei cittadini, probabilmente si preoccupa di ben altro, scaricando la colpa sulla popolazione e sugli enti locali, quando la situazione diventa insostenibile, lavandosene pilatescamente le mani!