LA VOCE DI KAYFA

ITALIA FERITA A MORTE


A nulla è servita l’approvazione in tempi rapidi della finanziaria: ieri, alla riapertura dei mercati, la borsa di Milano riapriva in ribasso a dimostrazione che gli investitori non credono nei miracoli. Anzi, per essere precisi, non credono nel governo italiano e nelle sue politiche, come viene fatto notare da più parti. Pertanto la tenuta numerica della maggioranza in Parlamento è solo un dato statistico che fa comodo a chi governa per sperare di arrivare, seppur soffrendo,  alla conclusione della legislatura portando a termine le riforme a lui tanto care che ne garantirebbero l’immunità dai diversi processi in cui è imputato a vario titolo. Non importa se nel frattempo il paese precipita pericolosamente verso il baratro finanziario, col rischio serio di fare la fine della Grecia. Del resto un governo di cui fanno parte tre  Ministri che non si premurano di offendere pubblicamente i simboli della nazione  alla quale e sui quali hanno giurato fedeltà, non perdendo occasione di rinfocolare aspettative secessioniste del nord dal sud del paese; dove i ministri si danno del cretino o hanno stretti collaboratori implicati in vicende poco chiare da cui loro stessi non risultano esenti da sospette responsabilità, non può certe trasmettere credibilità ai mercati. Tale precarietà alimenta la voracità degli speculatori che trovano in una situazione così traballante terreno fertile per aggredire la preda e divorarla! Del resto, seppure l’Italia facesse bancarotta, a pagarne le tragiche conseguenze sarebbero sempre i soliti noti, ovvero i lavoratori dipendenti, i pensionati, le famiglie. I ricchi, si sa, si salvano sempre!