LA VOCE DI KAYFA

UTOYA: STRAGE DEGLI INNOCENTI IN CHIAVE MODERNA


È praticamente impossibile cercare di spiegare la follia e le sue origini. Leggere Freud, Jung, Adler e tanti altri padri della psicanalisi e psicanalisti moderni può certamente aiutare a rintracciarne le probabili cause alberganti nell’inconscio che all’improvviso fanno di una persona normale e tranquilla un pazzo omicida e utilizzarle come cartina di tornasole per individuare potenziali criminali in embrione da tenere sotto controllo per il bene della società. Ma, per quanto l’analisi dei soggetti studiati possa essere approfondita, essa avviene sempre su un campione di individui che hanno già manifestato segni di squilibrio mentale o compiuto, purtroppo, gesti inconsulti, e non certo su persone normali che mai ti immagineresti potrebbero all’improvviso trasformarsi da tranquilli dottor Jekyll in mostruosi mister Hide. Di conseguenza cercare di comprendere i motivi che alimentano la follia è sempre relativo in quanto essa può cogliere chiunque senza preavviso. Se poi si tratta di lucida follia, come quella che ha sconvolto la mente di Anders Behrin Breivik, l’uomo che ieri avrebbe prima compiuto gli attentati che hanno sconvolto la Norvegia - il primo a Oslo con un autobomba a due passi dal palazzo del governo, provocando la morte di sette persone; poche ore dopo trucidando a colpi di fucile e pistole una novantina di giovani laburisti in vacanza sull’isola di Utoya, su cui era sbarcato travestito da poliziotto, prima radunandoli davanti a sé con la scusa di dover salvaguardare la loro incolumità a seguito di quanto era successo nel pomeriggio nella capitale, e sparandogli addosso a bruciapelo, quindi aggirandosi per l’isola come un cacciatore a un macabro safari per stanare le sue prede e sterminarle - è ancora più difficile in quanto la follia si mescola alla ragione dando vita a un drammatico coktail che fa del folle un mostro in grado di mascherare il proprio squilibrio fino alla realizzazione dell'orribile scopo! La dinamica del duplice attentato - che inizialmente aveva fatto pensare a una matrice islamica – lascerebbe pochi dubbi in merito: se davvero Breivik ha agito da solo, l’autobomba che ha piazzato a Oslo aveva lo scopo di fungere da esca in modo che, quando sarebbe sbarcato sull’isola, i giovani laburisti, nel frattempo informati di quanto era avvenuto nella capitale, non avrebbero opposto la minima resistenza alla richiesta di radunarsi al suo cospetto per ragioni di sicurezza, offrendosi inconsapevolmente nelle mani del loro carnefice.Da quanto si apprende, l’attentatore sarebbe un fondamentalista cristiano, anti islamico, per cui non si può escludere che ad alimentarne la follia sia stata una sordida ragione politica: in Norvegia governano i laburisti  di derivazione socialista, dunque in contrapposizione con i partiti conservatori e cattolici. Colpire al cuore la capitale e il governo, e poi trucidare molti giovani sa tanto di strage degli innocenti in chiave moderna dove Breivik veste i panni di Erode mentre i giovani laburisti quelli degli innocenti da uccidere per evitare che il futuro re del partito, che si nasconderebbe tra loro, possa un domani assurgere al trono usurpando quello di Erode o di chi è ha lui caro.Nei giorni e nei mesi a seguire leggeremo e ascolteremo tante dotte ipotesi sui motivi che avrebbero spinto Breivik a compiere il doppio folle gesto – premesso l’abbia davvero pianificato e realizzato da solo, senza complici. Ma per quanto illustri e autorevoli saranno, una cosa è certa, tutti saranno relativi in quanto la follia ti coglie all’improvviso, senza preavviso, o quasi, e quando la scopri è sempre troppo tardi!