LA VOCE DI KAYFA

LA CHIESA ESENTATA DALLE TASSE FA INFURIARE I BLOGER MA NON I POLITICI


Per capire quanto incida politicamente la presenza della Chiesa nel nostro paese, basta volgere l’orecchio all’indifferenza e al silenzio che ha fatto seguito all’apertura su FB del gruppo VATICANO PAGACI TU LA MANOVRA, affinché anche la chiesa rinunciasse in un momento di profonda crisi economica come quello che attualmente l’Italia e il mondo intero stanno vivendo  ai molti privilegi fiscali di cui gode nonostante il 30% del patrimonio immobiliare sparso sul territorio nazionale le appartenga, senza pagare un euro di ICI e quant’altro allo Stato Italiano, e ai molti italiani che le versano attraverso la denuncia dei redditi l’8 per mille del proprio reddito per aiutarla a finanziare le tante attività assistenziali di cui la Chiesa si fa promotrice nel mondo a sostegno dei poveri e di chi soffre. Tenendo conto che il Vaticano, pur sorgendo su territorio italiano, è a tutti gli effetti uno stato straniero, e i Patti Lateranensi che ne regolamentano l’autonomia dallo Stato Italiano decretano per Costituzione il cristianesimo ufficialmente la religione di Stato – anche se poi nella stessa Costituzione si riconosce come principio inviolabile la libertà di culto, ossia la libertà di ogni cittadino di decidere quale religione praticare – trattandosi per l’appunto di uno Stato straniero non si capisce i motivi per cui gli italiani debbano versarle un minimo del loro reddito mentre la stessa Chiesa debba godere di privilegi fiscali, sentendosi in diritto di criticare l’attuale manovra finanziaria, accusando la politica, nella fattispecie il governo, di pretendere sacrifici sempre e solo dalle famiglie, dai lavoratori dipendenti e dai pensionati senza preoccuparsi di dare per una volta il buon esempio tagliandosi i tanti privilegi di cui gode!  La polemica, se così vogliamo chiamarla, se non fosse per il gruppo creato su FB, passerebbe del tutto sotto tono visto che pochi sono i politici che si sono espressi in merito, tra cui il Presidente del PD Rosi Bindi, e che tutti giustificano la Chiesa ritenendo che i soldi che riceve dallo Stato Italiano li investe in opere di bene. Solo i radicali si dicono pronti all’abolizione dei privilegi fiscali del clero attirandosi addosso critiche bipartisan. Mentre il segretario della Lega Umberto Bossi, che in passato ha avuto il coraggio di scagliare strali contro il Vaticano, a sua volta preferisce non pronunciarsi su una questione onerosa che potrebbe compromettere gli equilibri elettorali a favore del centrosinistra se si riandasse a votare quanto prima.Tale prudenza la dice lunga sul potere politico della Chiesa nel nostro paese, sulla sua capacità di pilotare il flusso elettorale laddove le conviene, anche se, per l’appunto i Patti Lateranensi, sanciscono la non ingerenza della Chiesa nelle faccende politiche italiane. Pura utopia considerando che fino al 1992, anno di Tangentopoli, in Italia il primo partito di maggioranza relativa per oltre 60 anni è stato la DC, Democrazia Cristiana. E da quando è sceso in politica, fondando prima Forza Italia e di seguito il PDL, Silvio Berlusconi ha sempre dichiarato che il suo era un partito moderato rifacentesi alla più pura tradizione cattolica legata a Don Sturzo, anche se poi i sui discutibilissimi comportamenti privati, criticati da alcuni organi di informazione cattolica, ma sui quali il Vaticano si è sempre esentato dall’esprimere critiche ufficiali attuando quella che in politica è detta ragion di stato, lo hanno duramente attaccato definendoli in contrasto con i valori cristiani. E che dire dell’UDC di Pierferdinando Casini, nel cui simbolo campeggia lo scudo crociato di memoria democristiana?Mentre su internet, e in particolare sui social network, scoppia il dissenso nei confronti dei privilegi fiscali della Chiesa,  la politica, indistintamente dagli schieramenti, preferisce tacere o spendersi a  favore del Vaticano a dimostrazione che in Italia il vero potere è quello Spirituale, malgrado anche Oltre Tevere gli scandali, soprattutto quelli a sfondo sessuale legati per lo più alla pedofilia, non mancano al punto da minare sensibilmente la credibilità del clero nell’opinione pubblica.Verrebbe proprio da dire, una mano lava l’altra e entrambe si lavano insieme!