LA VOCE DI KAYFA

UN'IDEA FOLLE, MA NON TANTO (presunto prologo di un racconto di viaggio...)


L’idea  a Enzo venne dopo aver letto sul giornale un articolo dello scrittore Paul Theroux sui libri di viaggio. In particolare una frase lo aveva colpito, “adoro invece leggere libri su viaggi effettivamente difficili, ancora meglio se vere e proprie imprese. Questi libri, scritti con competenza e dettagli adeguati, troveranno sempre un loro pubblico, in quanto abbinano i viaggi alla soluzione dei problemi e alla sopravvivenza, e credo che questa sia la condizione umana per eccellenza. Quelle persone soffrono per noi.” Lesse e rilesse quella frase fino a impararla a memoria. Le parole dello scrittore attivarono in lui un meccanismo distillante pensieri  e emozioni che si sarebbero placati solo quando “la folle idea”, come la ribattezzò Luigi, uno dei primi amici cui rivelò il suo pensiero, non si sarebbe realizzata: compiere il Cammino di Santiago correndo! Era un appassionato di jogging. Da quasi venti anni percorreva in maniera costante in media 50/60 chilometri a settimana per le vie della sua citta. Per tre volte alla settimana si svegliava poco prima dell’alba e, ancora immerso nelle tenebre, completava un percorso di 10 chilometri in meno di un’ora. Il sabato o la domenica, da solo o insieme a un gruppo di amici che si ritrovavano all’ingresso della metropolitana, correva per una ventina di chilometri che a volte diventavano anche trenta. Per dare un senso a quella passione, di tanto in tanto partecipava a qualche corsa di 10 chilometri o a qualche mezza maratona organizzate nei comuni limitrofi o in ambito regionale, chiudendole in tempi dignitosi. Spesso, mentre in pantaloncini e scarpette macinava chilometri come un treno, nella mente, simile a un fantasma apparso dal nulla, prendeva corpo l’idea di quanto sarebbe stato bello compiere correndo il Cammino di Santiago che dal confine pirenaico della Francia con la Spagna, attraversando il versante occidentale iberico, si concludeva al Santuario di Santiago di Compostela in Galizia, ai confini col nord del Portogallo, dove era sepolto l’Apostolo Giacomo patrono dei Templari, un mito che nutriva fin da ragazzino e che in età adulta si era rafforzato studiando da autodidatta le vicende dei Cavalieri del Tempio di Gerusalemme, venendo a contatto con studiosi che vi avevano dedicato libri monumentali, dimostrando quanto menzognere fossero le voci secondo cui i Cavalieri tramavano contro la Chiesa e adoravano il Diavolo, dando il pretesto a Papa Clemente V, su insistenza di Filippo il Bello re di Francia, di emanare una bolla che sanzionasse l’ordine fuorilegge, ordinandone lo scioglimento e l’arresto di tutti i cavalieri sparsi sul territorio cristiano. Non appena ne parlò con Luigi, grande appassionato di corsa e di viaggi, che aveva partecipato a diverse maratone sparse nel mondo tra cui due edizioni di Roma e di New York; una rispettivamente di Honolulu, Berlino, Parigi, Londra e Praga, questi si disse interessato all’idea, promettendo che ne avrebbe parlato con gli altri componenti della squadra per cui correva.Un sabato sera si ritrovarono tutti nella sede dell’associazione culturale cattolica presieduta da uno dei podisti. Collegarono al Pc un diaproiettore in modo da ingigantire su un pannello di tela le immagini che avrebbero scaricato da internet. Accesero il computer, cliccarono sull’icona di Explorer e, quando furono in rete, digitarono in Google il cammino di Santiago.Tra i 452.000 risultati ottenuti, non ebbero difficoltà a trovare ciò che cercavano. Il primo link segnalato apparteneva a una società di pellegrinaggi cattolici. Una volta entrati nella home page, scoprirono che il Cammino si dipartiva da tre punti della Francia pirenaica e poteva dilungarsi fino a Finesterre. Cliccarono su cammino francese. La pagina che si aprì mostrava una cartina geografica che riproduceva il tratto atlantico della costa iberica e lusitana. Una linea gialla univa tra di loro due punti rossi: Saint Jean Pied de Port in Francia a Santiago in Portogallo. La didascalia segnalava che il Camino Francés è lungo circa 800 km. Sull’esatto chilometraggio non c’è esatta concordanza fra le guide, e poi ci sono alcune recenti varianti che ahnno allungato il percorso. Quindi arrotondiamo a 800 per comodità. La tabella sovrastante indicava in 23 giorni il tempo massimo per percorrere il cammino. Non ci volle molto a calcolare che avrebbero dovuto correre per poco più di 34 km al giorno per giungere a Santiago nel tempo massimo.“Dovremmo fare una maratona al giorno senza mai concederci un giorno di recupero…” sussurrò uno dei presenti.“ Sì, ma senza l’assillo del tempo. Nulla ci impedisce di correre a una media di 7 a chilometro. Una passeggiata per chi come noi è allenato!” disse con convinzione Enzo volgendo lo sguardo alla platea. “Allora?”“Se po’ fa!” rispose Luigi. “L’unico problema sarà trovare un periodo dell’anno comodo per tutti. Ad agosto non credo sia possibile, considerato il caldo!”“Perché no?” intervenne Enrico. “Ad agosto corriamo senza problemi”“Hai ragione. Ma 34/40 chilometri al giorno senza nemmeno uno di pausa rischierebbero di farci disidratare. Meglio cercare un periodo dell’anno meno caldo più consono a tutti”“Per quanto mi riguardo, io sono libero solo ad agosto” disse Lello cui si associarono Giovanni e Pasquale.“Ok, vada per agosto e che Dio ce la mandi buona!” fece Luigi, arrendendosi alla volontà degli altri che non stavano nella pelle al pensiero dell’impresa che li attendeva…