LA VOCE DI KAYFA

L'ITALIA VARA LA FINANZIARIA MODELLO IKEA


 Con quale criterio si può pretendere che i mercati finanziari riacquistino fiducia nell’economia italiana quando, in meno di due mesi, il governo ha varato, cambiandola, per ben quattro volte la bozza della manovra economica nemmeno fosse un mobile componibile tipo IKEA, disattendo alle richieste della BCE e alle aspettative di più rappresentanti del governo e della maggioranza al punto, che ieri sera a IN ONDA sulla Sette, abbiamo assistito a un insolito faccia a faccia tra il sottosegretario Castelli della Lega e il Ministro per la gioventù Giorgia Meloni contornato dalla evanescente presenza da Bruxelles dell’europarlamentare del PD Barbara Serracchiani. Vedere l’accanimento con cui la Meloni replicava al suo collega di governo, il quale in ogni modo cercava di giustificare i motivi per cui la Lega aveva dovuto retrocedere sulle pensioni - dopo che bossi e altri suoi leader avevano ripetutamente rassicurato il popolo padano che le pensioni non si toccavano - dichiarandosi favorevole a una patrimoniale a all’incremento alla lotta contro l’evasione, ammettendo candidamente che se la Lega avesse il 51% di preferenze una manovra del genere non l’avrebbe mai varata ma essendo un partito del 10% deve attenersi alle esigenze di coalizione, scatenando il malumore della Meloni, è stato qualcosa di divertente e surreale nello stesso tempo. Personalmente, fino a ieri non mi era mai capitato di assistere pubblicamente a un battibecco tra due rappresentanti del governo. La tensione in studio tra Castelli e la Meloni, unitamente alla discesa in piazza di sindaci, presidenti di regione e di provincia dei partiti di governo a braccetto con quelli dell’opposizione per protestare contro i tagli previsti dalla manovra agli enti locali, testimonia il clima di dissenso che si respira nella maggioranza verso una finanziaria da molti definita iniqua perché non intacca né chi ha un reddito alto né, soprattutto, combatte efficacemente l’evasione fiscale rilanciando l’economia.L’unico a sentirsi soddisfatto è il Presidente del Consiglio Silvio perché, come promesso, a suo dire, il governo non mette le mani nelle tasche degli italiani - soprattutto tra i provvedimenti non ha  previsto una patrimoniale che avrebbe colpito i redditi medio alti, quelli che, per intenderci, votano centrodestra, terrorizzati dai comunisti e dalle loro politiche sociali a favore dei meno abbienti.Se ai cori di dissenso aggiungiamo l’ammonimento della Banca d’Italia la quale ha definito depressiva la manovra in fase di approvazione, non si comprendono i motivi dell’entusiasmo di Berlusconi. I contrasti bipartisan che sta suscitando la finanziaria in fase di studio non mettono affatto al riparo l’Italia dalla speculazione internazionale!Se i primi a non credere nella manovra sono molti rappresentanti dello stesso governo che la sta varando, come si può pretendere che i mercati internazionali diano credito a una manovra componibile nella migliore tradizione fai da te tesa ad accontentare tutti e nessuno?