LA VOCE DI KAYFA

ITALIA SEMPRE PIù IN FONDO AL BARATRO, CHI LA SALVERà?


È chiaro a tutti, anche a coloro che per partito preso si ostinano a negare l’evidenza, che quanto sta avvenendo in Italia è totalmente avulso a uno Stato di diritto. In nessun’altra democrazia mondiale l’ordinamento costituzionale e giuridico consentirebbe a un pluri inquisito, coinvolto in reiterati scandali sessuali con coinvolgimento di minorenni, nonché accusato di frode fiscale e di corruzione, sotto processo in più procedimenti penali, di continuare a governare il paese come se nulla fosse nell’attesa che sopraggiungano una crisi di governo o nuove elezioni (correndo comunque il rischio che, ricandidandosi, possa essere rieletto dal popolo e riprendere lo scettro del comando…). Così come in nessun’altra democrazia mondiale l’ordinamento costituzionale e giuridico consentirebbe a un Ministro delle Repubblica di offendere ripetutamente i simboli della nazione che rappresenta, inclusa la Costituzione su cui ha giurato di servire fedelmente la patria; auspicando addirittura la secessione - magari per via referendaria – quindi il disfacimento di quello stesso Stato di cui dovrebbe tutelare l’unità e gli interessi!Gli accorati appelli di queste ore da parte di giornalisti e esimi giuristi al Presidente Napolitano affinché intervenga per arginare una situazione che va facendosi sempre più insostenibile tanto da minare la credibilità delle istituzioni del paese, mettendo a rischio l’unità nazionale, sembra non trovino riscontro al Quirinale. Non perché Napolitano faccia orecchie da mercante, bensì perché la Costituzione ne limita i poteri, come ripetutamente il Presidente ha fatto presente a quanti imploravano un suo intervento, non consentendogli di sciogliere autonomamente le Camere nel momento in cui fosse evidente che il paese non è più governato malgrado l’esecutivo fosse in carica. Per fare ciò la Costituzione prevede la controfirma del Presidente del Consiglio, in questo caso di Berlusconi il quale ha più volte fatto sapere di non avere alcuna intenzione di dimettersi nonostante finanche Confindustria glielo abbia implicitamente chiesto per il bene del paese.Possibile che da questo abisso senza  fondo in cui stiamo mestamente sprofondando non vi siano vie d’uscita? Possibile che, malgrado la loro lungimiranza, i padri costituzionali, forse per eccesso di fiducia negli italiani, non avessero valutato la remota ipotesi che, dopo il ventennio fascista, in Italia la politica potesse degenerare al punto in cui siamo giunti dove, presumibilmente, incarichi istituzionali e commesse di Stato venissero barattati con donnine di facili costumi pronte a soddisfare le pruriginose voglie del capo di governo e dove un partito dichiaratamente antinazionalista potesse assurgere al governo del paese minandone l’unità, inserendo nella Costituzione un codice o un cavillo burocratico che lasciassero al Capo dello Stato l’autonomia di sciogliere le Camere, mandando a casa il governo, nel momento in cui fosse evidente che questi non fosse in grado di fare e tutelare gli interessi del paese?