LA VOCE DI KAYFA

UNA MAGGIORANZA DISPERATAMENTE AVVINTA PIù DELL'EDERA


Lo dico sinceramente, senza voler apparire demagogico né populista, mi spaventa la sufficienza con cui membri della maggioranze e del governo, (ultimo ieri a Otto e Mezzo il Ministro La russa), stanno cercando in ogni modo di gettare acqua sul fuoco allo scopo di sminuire la bocciatura di martedì pomeriggio alla Camera del governo sul primo articolo del rendiconto di bilancio dello Stato. Mi spaventa perché, se davvero fosse come da più parti si dice, che già in passato, in altre due occasioni, la risposta dell’esecutivo furono le dimissioni, non capisco proprio perché non avvenga lo steso anche ora. A meno che, nel frattempo, le regole Costituzionali non sono cambiate, e dunque l’attuale esecutivo può appellarsi per evitare la crisi. Diversamente l’arrampicarsi sugli specchi della maggioranza e del governo, attribuendo la bocciatura a una “distrazione” di alcuni parlamentari e ministri assenti in aula al momento della votazione, (Maurizio Lupi martedì sera a Ballarò); o sminuendola a “incidente di percorso” (ancora La Russa ieri sera da Lilli Gruber) sa tanto di un disperato tentativo di restare avvinti a ogni costo al potere, contravvenendo alle regole costituzionali, perché consapevoli che, se la legislatura terminasse prima del previsto, molti di loro non maturerebbero i cinque anni continuativi di legislatura necessari per percepire la corposa pensione da parlamentare. O, peggio ancora, rischiare di non vedersi più candidati nelle liste degli eleggibili perché, se nel frattempo cambiasse la legge elettorale, riconsentendo ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti politici, molti di lor signori e signore non avrebbero alcuna speranza di sedere negli scranni istituzionali! (Antonio Polito, martedì a Ballarò)L’accanimento con cui il governo e l’intera maggioranza stanno cercando in ogni modo di svilire come un simpatico buffetto la randellata di martedì alla Camera, chiedendo per venerdì il voto di fiducia allo scopo di dimostrare di possedere i numeri per andare avanti, è l’emblema di una classe dirigente che, più che preoccuparsi del bene dello Stato, finalmente quel famoso piano di sviluppo per rilanciare l’economia auspicato e invocato da più parti, finanche da  Confindustria), perché il paese torni a crescere,  pensa solo a se stessa!Tuttavia, a lenire l’amarezza per tutto ciò vi è la convinzione che gli italiani si sono ridestati, che non sono più succubi di un potere che sfrutta i media per plagiarne le coscienze a proprio uso e consumo. La conferma è venuta in primavera, prima con le elezioni amministrative poi dall’esito dei referendum che in entrambi i casi hanno visto clamorosamente sconfitte le indicazioni del Premier. In particolare l’elezione a sindaco a Milano di Giuliano Pisapia candidato di Vendola, e a Napoli di Luigi De Magistris dell’IDV di Di pietro, entrambi sostenuti dall’intero centrosinistra sono la testimonianza che il cavaliere ha perso quel carisma che per anni gli ha consentito di affascinare la maggioranza degli italiani. Pertanto non si può escludere che questo estremo, disperato avvinghiarsi al potere non possa essere frutto della paura che, una volta lasciato Palazzo Chigi, non vi rientrerà più non essendo in grado di ammansire per l’ennesima volta le coscienze degli elettori. Di conseguenza dovrà fare i conti con la giustizia che indaga su di lui come un normale cittadino, senza se e senza ma!