LA VOCE DI KAYFA

PARADOSSI ITALIANI: PER ARGINARE LA CRISI IL GOVERNO RINVIA IL DECRETO SVILUPPO


Quanti speravano che, una volta ottenuta la 51° fiducia nell’arco di tre anni e cinque mesi di legislatura, alla media di un voto di fiducia ogni mese e mezzo, probabilmente un record assoluto nel computo delle democrazie mondiali, il governo si rimboccasse le maniche e si applicasse finalmente al varo del decreto sviluppo per rilanciare l’economia del paese, come auspicato con forza dal Presidente della Repubblica, dal Governatore della Banca D’Italia, dalla BCE, da Confindustria, dalla Chiesa, dalle forze sociali compatte, dall’opposizione e da alcune frange della maggioranza, apprendere per voce del Presidente del Consiglio che per il momento il decreto sullo sviluppo è congelato perché non ci sono soldi equivale a dichiarare che il paese è condannato economicamente a morire, rischiando di fare la fine della Grecia dove, per le ulteriori misure restrittive imposte dal governo agli statali, si rischia davvero la guerra civile. Come avranno reagito alle parole del Premier coloro che spingevano con forza affinché l'esecutivo varasse in breve tempo il decreto sviluppo per dare respiro all’Italia e sicurezza all’Europa non è difficile immaginarlo. Dal Colle a Bruxelles i malumori saranno saliti alle stelle. Riprova ne sono le parole odierne di Napolitano: Sono impellenti le riforme strutturali per la crescita'. Le difficolta' sono sotto gli occhi di tutti, l'Ue e' preoccupataCome in molti presupponevano, la 51° fiducia non dimostra affatto la capacità del governo nel trovare soluzioni ai bisogni reali del paese. Essa è solo l'ennesimo e aleatorio attestato numerico da cui si evince che in Parlamento esiste un quantitativo di persone appartenenti alla maggioranza, scelte dalle segreterie anziché votate direttamente dal popolo come impone la Costituzione, le quali, ogniqualvolta sono chiamate a esprimere la propria fiducia verso l’organismo cui appartengono, non possono che votarla in quanto nessuno è talmente fesso da votare contro se stesso rischiando di rimanere senza pagnotta per il resto della vita! Al pari non si è mai saputo di un medico che, trovandosi al cospetto di un paziente grave, anziché rimboccarsi le maniche per salvarlo, abbia fatto spallucce affermando, “mi dispiace, non posso fare nulla perché non ho gli strumenti necessari per operarlo”. Qualunque medico coscienzioso sa dove e come procurarsi i mezzi indispensabili per salvare una vita umana. A meno che non si trattasse di un male ignoto - e anche in questo caso un medico ha il dovere di lenire, per quanto possibile, le sofferenze al paziente -, qualsiasi medico mostrasse simile indifferenza verso un ammalato affermerebbe la propria inidoneità a esercitare la professione inducendo l’ordine a radiarlo dall'albo  e a denunciarlo per manifesta incapacità e millanteria!