LA VOCE DI KAYFA

I MERCATI METTONO ALLA PORTA BERLUSCONI SPALANCANDOLA A MONTI


  Dopo la drammatica giornata di ieri - lo spread ha superato quota 570 per poi stabilizzarsi a 550, il tasso di interesse dei titoli di stato italiani è balzato al 7,8%, la borsa di Milano ha perso oltre il 3% - è evidente che ai mercati non è bastata la promessa di dimissioni di Silvio Berlusconi per placare la propria furia verso l’Italia. Dal nostro paese i mercati pretendono chiarezza politica. Sono stanchi di parole, promesse, “letterine a Babbo Natale” quasi mai seguite dai fatti, malgrado a governare sia IL GOVERNO DEL FARE! Bene ha fatto il Presidente della Repubblica a ribadire in una nota che Berlusconi si dimetterà subito dopo l’approvazione della legge di stabilità di bilancio e quindi a insignire del titolo di senatore a vita Mario Monti, dando un chiaro segnale che l’ex Commissario europeo, uno dei tanti fiori all’occhiello dell’Italia, sarà quasi certamente la persona cui Napolitano darà il mandato per formare il famoso governo di unità nazionale indispensabile per varare le riforme dolorose ma necessarie per bloccare l’attacco della speculazione all’Italia, impedendone il default. L’approvazione incondizionata di Berlusconi per una scelta del genere, dopo che solo l’altro ieri il Premier dimissionario era contrario, è l’ulteriore conferma non solo di quanto sia grave la situazione, ma che lo stesso cavaliere è consapevole d’essere lui l’origine dei mali italiani! Del resto ciò lo si era già capito quando alcuni giorni fa bastò che filtrassero voci di sue imminenti dimissioni perché la borsa recuperasse e lo spread calasse per poi invertire la tendenza non appena  vi fu la smentita ufficiale. In questo scenario sempre più apocalittico, dove è ormai chiaro a tutti che solo una definitiva uscita di scena di Berlusconi e del suo governo potrebbe calmare i mercati e risollevare le sorti del paese –lo ammette finanche il Ministro Frattini (uno dei tanti leader della maggioranza che tendevano a minimizzare le gaffe internazionali del nostro Premier),  in un’intervista sul Corriere della Sera di oggi  -, se è comprensibile che la Lega - ennesima anomalia italiana dato che non si capisce come possa stare al governo un partito secessionista per statuto, i cui rappresentanti, nonché Ministri della Repubblica, non si fanno scrupoli di auspicare la dissoluzione dell’unità nazionale, offendendo senza ritegno i simboli delle Repubblica - sia contraria all’ipotesi Monti prevedendo il professore tra le sue ricette per risanare l’Italia, oltre a una patrimoniale cui la Lega sarebbe d’accordo, anche l’abolizione delle pensioni di anzianità tanto care al carroccio, lascia perplessi l’ostracismo di Di Pietro. In una simile emergenza, da un partito che si chiama Italia Dei Valori ci si aspettava un atteggiamento di disponibilità verso qualunque tipo di soluzione  praticabile per risanare la nazione. Opporsi all’ipotesi Monti perché, a detta di Di Pietro, il professore rappresenterebbe le banche - pur dichiarandosi disponibile a votarne determinati provvedimenti - francamente appare fuori da ogni logica. In un momento così delicato sarebbe il caso si mettessero da parte i meri opportunismo di partito, le ideologie - sempre che ne esistano ancora- , e si guardassero unicamente gli interessi del paese.Di sbagli già ne sono stati fatti tanti da chi ha governato in questi tre anni. Commetterne degli altri sarebbe davvero un suicidio!