LA VOCE DI KAYFA

ALTRO CHE GOLPE, CHI è CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO


Lunedì sera, durante la prima punta de LA CRISI, gli speciali di IN MEZZ’ORA in onda su RAI TRE, parlando della crisi economica e finanziaria che sta travolgendo il paese, Massimo D’Alema, senza esitazioni, ne ha attribuito le responsabilità al governo uscente, affermando che quando tre anni fa il governo Prodi si dimise, lo spread era a 34 punti. Nei successivi anni di governo Berlusconi è cresciuto a dismisura fino a superare quota 500. Non avendo motivi per dubitare delle parole del leader maximo, il cittadino comune, quello che più di tutti rischia di rimetterci se dovesse crollare il sistema economico italiano, si domanda perché, malgrado le reiterate avvisaglie, solo quando si è giunti a un passo dal baratro - sempre che già non siamo nel baratro… - le istituzioni, Presidente della Repubblica in testa, si sono date una mossa così energica, insolita per il nostro sistema politico, nel rimuovere un governo chiaramente inadatto afronteggiare la crisi, fallimentare, sostituendolo con uno di tecnici nel tentativo di evitare il naufragio dell’Italia?I disastri idrogeologici che ogni anno, puntualmente, feriscono da nord a sud il nostro territorio, più o meno sempre nelle stesse zone, dimostrano senza appello che in Italia è sconosciuto, o quanto meno ignorato, il vocabolo prevenzione! In questa ottica, dispiace dirlo, non stupisce che, malgrado fossero talmente tanti i “sintomi” di una crisi del sistema Italia al punto da far presagire il peggio, chi aveva il compito di prendere provvedimenti, cioè il governo, non se ne fosse preoccupato più del dovuto. E, quando l’ha fatto, era ormai troppo tardi per rimediare alla tragedia. Chi accusa il Presidente Napolitano di aver atteso troppo nel rimuovere Berlusconi, attuando una golpe dimostra  di non comprendere quanto alto sia il senso democratico del Capo dello Stato.Seppure consapevole dell’inadeguatezza del governo uscente nel prendere misure capaci di rilanciare la produttività e l’economia del paese, fino all’ultimo Napolitano ha sperato in un moto di orgoglio dell’esecutivo nella speranza varasse urgentemente quelle riforme, prima richieste e poi imposte dall’Europa, per evitare il default del paese e conseguentemente quello dell’intera eurozona. Quando è stato palese che Berlusconi rimandava a data da destinarsi l’azione per prendere tempo, anteponendo mere ragioni politiche e elettorali a quelle del bene della nazione, approfittando del rosicarsi della maggioranza in Parlamento, Napolitano non ha esitato a togliere l’incarico al cavaliere, affidando nelle mani di un tecnico qual è Mario Monti le sorti della nazione. Quanti accusano il Presidente della Repubblica di aver attuato un golpe nel costringere Berlusconi a dimettersi, dovrebbero invece chiedersi perché il governo uscente, nonostante tanti fossero i segnali che indicavano la gravità della nostra economia, non fosse ricorso ai ripari, accusando invece come disfattisti tutti coloro che evidenziavano la gravità crescente della situazione? Se ora siamo a passo dal naufragio la colpa è di Napolitano, che fino e all’ultimo, come gli impone la Costituzione, ha lasciato l’azione nelle mani di Berlusconi e del suo governo, o di Berlusconi che invitava all’ottimismo, negando la crisi perché i ristoranti erano pieni e non si trovava un posto sugli aerei, mentre l’acqua inondava pericolosamente lo scafo?Possibile che in tre anni nessuno del governo uscente si sia avveduto che lo spread salisse vertiginosamente per superare in questi giorni quota 500?Chi è causa del suo mal pianga se stesso!