LA VOCE DI KAYFA

POZZUOLI RISCOPRE L'ANTICO SENSO DEL GOVERNO GIUSTO


Non le mandano certo a dire i quattro ex consiglieri della maggioranza di centrodestra che con le loro dimissioni, unitamente a  quelle  di nove consiglieri dell’opposizione con cui s’erano accordati per “far saltare il banco”, dopo solo sei mesi hanno determinato la caduta della giunta comunale di Pozzuoli presieduta dal sindaco Agostino Magliulo.In una conferenza stampa particolarmente vibrante, di cui ieri dava ampi stralci IL CORRIERE FLEGREO, i quattro dissidenti - Salvatore Maione (Fli), Guido Iasiello (Pdl), Gennaro Pacileo (Pdl), Fabio Costigliola (Pozzuoli Futura) - senza peli sulla lingua accusano il sindaco uscente di aver raccontato bugie alla città, preoccupandosi più del piano di riqualifica dell’area ex Sofer, ribattezzata waterfront, e di una probabile ristrutturazione con ampliamento delle volumetrie delle abitazioni popolari di Monterusciello da rivendere ai privati, un affare da un milardo di euro dietro cui dovrebbe esserci,  come ipotizza Maione, un raggruppamento di imprenditori privati non escludendo possa trattarsi dello stesso interessato al waterfront. In entrambi i casi alti sono gli interessi economici e imprenditoriali in gioco tanto che Iasiello non lesina a chiamare in causa esplicitamente l’onorevole Giulia Cosenza del Pdl, rampollo di una famiglia di grossi imprenditori puteolani: non s’è mai interessata a Pozzuoli, tranne quando è scesa in campo chiedendo ad alcuni consiglieri di fare le tessere. Voleva entrare a gamba tesa nella politica della città, dopo che la sua famiglia da 30anni ha un ruolo imprenditoriale di primo piano. Abbiamo scongiurato che il controllato fosse anche controllore. (Il Mattino, cronaca di Napoli pag. 51, sabato 26 novembre 2011).Altro elemento scatenante la rabbia dei quattro consiglieri dimissionari è stata la presenza nella giunta di 7 assessori tecnici estranei al territorio, fortemente voluti da Magliulo che, a detta del sindaco, sarebbero dovuto restare in carica per un anno. Senza mai spiegare però il perché di questa permanenza temporale e del conferimento di poteri gestionali e amministrativi ad un tale Tito Fenocchio, presentatore di una lista civica a sostegno del sindaco con funzioni di consulente come controllore dell’attività politica-amministrativa pur non avendo lui alcuna carica elettiva. Secondo Iasiello Magliulo ha fatto politica a modo suo avendo colloqui ad personam soltanto con alcuni consiglieri comunali che afferivano a lui, insieme a quel losco personaggio – Fenocchio – che ha abdicato al ruolo politico sposando un ruolo gestionale insieme a chi a Pozzuoli ha interessi imprenditoriali da 30 anni – Cosenza – ed ha cercato non solo di diventare controllore e controllato ma stava diventando anche un personaggio politico oltre che imprenditoriale. Insomma stando alle dichiarazioni dei quattro “ribelli”, cui si associano quelle dell’opposizione la quale, da quando si insediò Magliulo al comune, ha sempre denunciato un’assoluta immobilità della giunta nell’affrontare i reali problemi della città, sembrerebbe che, finalmente, per una volta la politica ha anteposto gli interessi dei cittadini a quelli delle di lobby politiche/affaristiche pronte a spolparsi l’osso a danno dell' intera comunità. Quando fu fondata, l’originario nome di Pozzuoli era Dicearchia, giusto governo! Che da martedì 22 novembre 2011 a Pozzuoli si sia inaugurata la new age della politica? Che dopo più di 2500 anni il giusto governo torna a capeggiare la politica puteolana? Che nel capoluogo flegreo si sia aperta una nuova fase politica locale, a tutela della cittadinanza, che avrà pioneristicamente nel tempo riflessi positivi anche su quella nazionale?...