LA VOCE DI KAYFA

IL LIBERISTA NYT INCORONA RE D'ITALIA IL COMUNISTA NAPOLITANO


A seguito della simbolica incoronazione di Giorgio Napolitano a Re d’Italia da parte del prestigioso quotidiano americano The New York Times per il ruolo discreto e deciso svolto dal Presidente della Repubblica nella transizione dal governo di celluloide di Silvio Berlusconi a quello tecnico di Mario Monti, c’è da pensare che a Berlusconi, il quale tuttora nelle sue uscite pubbliche continua a presentarsi come l’unica alternativa liberale per il paese all’illeberismo dei comunisti, (leggi PD), sia venuto un attacco isterico constatando che un icona del liberalismo mondiale qual è l’illustre quotidiano americano – quello stesso liberalismo di cui Berlusconi si è sempre detto fautore - glorifichi un ex comunista come Napolitano, al quale in più d’un occasione lo stesso ex Premier aveva rinfacciato i trascorsi nel PCI rischiando di alimentare uno scontro istituzionale tra poteri dello Stato.Il riconoscimento del quotidiano americano al nostro Presidente della Repubblica è l’ulteriore conferma di come in ambito internazionale si ritenga Berlusconi unico responsabile della crisi economica/finanziaria italiana e del conseguente rischio del fallimento di tutta l’eurozona. Seppure in qualunque consesso mediatico cui partecipano, i vertici del PDL non perdano occasione per evidenziare enfaticamente che, nonostante il sopravvento di Monti a Berlusconi, lo spread non sia sceso a testimonianza che non era Berlusconi la causa dei mali italiani, il tributo del NYT a Napolitano, unitamente al manifesto affisso a Berlino dalla seconda squadra di calcio della capitale la quale, navigando in brutte acque, è in cerca di finanziatori tranne di Berlusconi, li smentisce clamorosamente. I danni fatti dal precedente governo italiano - il quale ha sempre negato la crisi, invitando i cittadini all’ottimismo; adducendo esempi assurdi tipo i ristoranti e i voli pieni per dimostrare che l’Italia non era affatto in crisi, malgrado i sondaggi e le svariate associazioni di categorie lo smentissero clamorosamente, implorando riforme in tempo brevi per rilanciare la produttività del paese per evitare che si andasse in recessione - sono sotto gli occhi di tutti. Che oggi da parte del centrodestra si ripeti a all’infinito il mantra “malgrado Monti, lo spread non scende a dimostrazione che il problema non era Berlusconi” è un disperato tentativo di salvare il salvabile! Ormai la frittata è fatta, a dichiararlo è spietatamente THE NEW YORK TIMES con il suo plauso a Napolitano!