LA VOCE DI KAYFA

ESSERE MALATI DI SCOMMESSE NON SIGNIFICA ESSERE CRIMINALI


Com’era prevedibile, ma mano che l’indagine sul calcio scommesse si allarga lo scenario che si presenta agli attoniti sguardi dell’opinione pubblica è sempre più inquietante. Ora si parla addirittura di un’intercettazione telefonica in cui si fanno i nomi di Buffon, Cannavaro e Gattuso definendoli “malati di scommesse”. Proporre questa intercettazione, per quanto depositata agli atti e dunque divulgabile dai media, rischia di confondere le idee, di alimentare in chi legge, ma manca di senso critico, il sospetto che i tre calciatori, al pari di Doni, appartenessero alla cricca che truccava le partite. C’è una differenza abissale dal coltivare, seppure eccessivamente tanto da stravolgerla in vizio, una passione come quella delle scommesse, dal far parte di un’associazione criminale dedita a falsare i risultati delle gare con la complicità dei calciatori. Per quanto Buffon, Cannavaro e Gattuso avessero, e forse tuttora ce l’anno, il vizio del gioco tanto da puntare grosse cifre, il loro non è affatto un reato, al massimo può essere considerato una debolezza, se non addirittura un malattia da curare con l’ausilio degli psicologi. Divulgare una simile notizia, impastandola in un contesto tanto complesso come quello dell’inchiesta sul calcio scommesse, rischia di inquinare l’immagine dei tre campioni, facendoli apparire ingiustamente per quello che non sono. È ovvio che abbinare la loro notorietà a una vicenda losca garantisce un aumento nella vendita delle copie dei giornali in quanto acuisce la curiosità e la sensibilità dei lettori. Ma per rispetto dell’individuo, in questo caso dei tre campioni, sarebbe il caso che i titoloni sulle prime pagine dei quotidiani, sia cartacei che nelle edizioni online, non fossero equivoci, bensì spiegassero chiaramente che nell’intercettazione il nome dei tre verrebbe fatto a mo’ di vittime del gioco cui spillare soldi anziché di complici intenti a truccare le partite allo scopo di arricchirsi. Se poi nei loro confronti risultassero reati da punire penalmente, a farlo ci penseranno la giustizia ordinaria e sportiva. Per ora nulla è risultato a loro carico se non che sono “malati di scommesse”!