LA VOCE DI KAYFA

LA CURA MONTI AUMENTA TUTTO TRANNE GLI STIPENDI!


In poco più di un mese dal suo insediamento a Palazzo Chigi, è in caduta libera la fiducia degli italiani nei confronti del governo Monti! L’euforia popolare che salutò le dimissioni di Silvio Berlusconi nella piazza del Quirinale fa parte ormai della storia della Seconda Repubblica. Altrettanto appartiene alla storia l’acclamazione popolare che accolse l’investitura di Monti a Premier. Chi sperava che col cambio di guida l’Italia  non soltanto avrebbe riacquistato a livello internazionale quella credibilità del tutto persa con Berlusconi, ma finalmente nel paese si sarebbe respirata un’aria diversa da quella caratterizzata dall’ultimo triennio berlusconiano, contraddistintosi da distinzioni anticostituzionali tra i cittadini pur di difendere con leggi ad personam il cavaliere dai processi in cui era ed è imputato, segnata dall’equità sociale cui faceva ripetutamente riferimento il neo Presidente del Consiglio il quale non perdeva occasione per affermare che i sacrifici necessari per risanare il paese non sarebbero pesati solo sulle spalle dei soliti noti, ovvero stipendiati, pensionati e precari,  bensì sarebbero stati divisi equamente tra i ceti e i redditi, per cui che più aveva più avrebbe dato all’erario. E soprattutto si sarebbe combattuta seriamente l’evasione fiscale che froda alla Stato centinaia di miliardi all’anno, l’equivalente di una finanziaria ogni anno. Purtroppo, dai provvedimenti finora partoriti dal governo Monti, di quell’equità sociale e lotta all’evasione tanto sbandierate nemmeno l’ombra. La prima parte della manovra “salva Italia”, come l’ha ribattezzata enfaticamente il Premier, prevede tagli alla spesa pubblica con conseguente aumento di spese per i cittadini, incremento dei tributi con relativo aumento delle tariffe dei servizi e delle autostrade, e revisione del sistema pensionistico con l’introduzione del sistema contributivo, aumento dell’età pensionabile per uomini e donne e abolizione delle pensioni di vecchiaia presenti solo in Italia. La seconda fase della manovra, quella inerente lo sviluppo, oltre alle liberalizzazioni, prevede tra l’altro l’apertura facoltativa 24 ore su 24 dei negozi… Il punto nevralgico e contraddittorio di questa manovra è che tutto aumenta, finanche l’apertura dei negozi!, tranne gli stipendi. Stando a più di una stima, questa manovra costerà mediamente 2000 euro in più all’anno a famiglia! Che senso ha concedere la possibilità ai negozianti di stare aperti anche di notte se poi nelle tasche dei consumatori ci sono sempre meno soldi per spendere? Forse che il decreto sviluppo, unitamente al prolungamento facoltativo dell’orario di lavoro, prevede anche una riduzione dei prezzi durante le ore notturne?… Questo non mi risulta, per cui, come tanti altri italiani, anch’io mi domando che senso ha parlare di sviluppo quando nelle tasche i cittadini avranno sempre meno soldi?  Lo sviluppo è legato a un incremento della domanda cui corrisponde in maniera naturale quella dell'offerta con conseguente aumento della produttività industriale. Se nei portafogli non ci sono soldi, sta domanda da dove arriverà? Almeno questo il professor Monti dovrebbe spiegarlo agli italiani!