LA VOCE DI KAYFA

CASTELLI E LA POLITICA DEL "DUE PESI E DUE MISURE"


L’altra sera, durante la puntata di SERVIZIO PUBBLICO, l’ex Ministro della Giustizia il leghista Roberto Castelli ha abbandonato lo studio offeso perché un operaio sardo lo aveva mandato a quel paese con un eloquente “non rompere i coglioni”!Che bello sarebbe se con altrettanta sensibilità l’ex guardasigilli bacchettasse il leader del suo partito e alcuni suoi colleghi leghisti ogni qualvolta, parlando dal palco di Pontida o rilasciando interviste pubbliche mentre passeggiano per le vie, offendono i simboli della Repubblica di cui fanno parte - della quale ricoprono o hanno ricoperto incarichi istituzionali - levando al cielo il dito medio per mandare a quel paese la capitale e l’inno nazionale, minacciando di pulirsi il culo con la bandiera, definendo terrone il Presidente della Repubblica, oltraggiando la Costituzione peggio se fosse carta straccia - ma chiamandola poi in causa tutte le volte che fa comodo a loro... -, ruttando o spernacchiando ai microfoni dei cronisti che gli chiedono un commento alle parole di quanti difendono l’Unità di Italia, offendendo i meridionali e gli extracomunitari con i peggiori epiteti cantando senza ritegno canzoncine da osteria in cui li definiscono puzzolenti e ladri. Sempre che Castelli non consideri l’Italia un’entità astratta - come lo è la Padania di cui lui e i suoi compagni di partito sentono di appartenere - di cui servirsi esclusivamente per arricchirsi alle spalle dei cittadini facendosi eleggere onorevole per poi essere nominato ministro e sottosegretario. Assicurandosi in tal modo uno stipendio e privilegi da favola, maturando un vitalizio da capogiro alla faccia di quei tanti poveracci che si smazzano dalla mattina alla sera per poco più di mille euro al mese, in alcuni casi rischiando la vita, senza avere certezze per il futuro per sé e per i propri figli come è il caso di quell'operaio sardo che, esasperato, gli ha chiesto di non rompere i coglioni!