LA VOCE DI KAYFA

A BARLETTA A UCCIDERE NON È STATO IL SORBITOLO MA L'AVIDITà UMANA


Il caso della donna di Barletta morta dopo aver assunto in un centro privato di gastroenterologia una dose di Sorbitolo, acquistato dalla struttura medica su ebay in Irlanda,  in cui era presente un’alta concentrazione di nitrito di sodio solitamente usato per conservare gli alimenti, rimette in discussione fino a che punto convenga acquistare on line.Se è vero che su internet si può acquistare praticamente di tutto e di più standosene comodomante seduti in poltrona nel soggiorno di casa, è altresì vero che l’apparente facilità di acquisto nasconde notevoli insidie, al pari delle amicizie strette sui social network.Infatti, se un’amicizia on line può rapidamente sfociare in una relazione erotica per via dello schermo dietro cui ci “nascondiamo”, il quale possiede il magico potere di abbattere i freni inibitori della nostra coscienza spingendoci a mostrarci disinvolti e spregiudicati con i contatti virtuali come non saremmo mai dal vivo, è altrettanto vero che molti di questi incontri spesso possono rivelarsi una delusione o, in casi estremi, addirittura pericolosi in quanto non si può escludere che chi sta all’altro lato dello schermo possa non essere sano di mente, o addirittura un maniaco/a a caccia di prede!Il caso di Barletta evidenzia come la facilità di acquisto di un prodotto su internet - che se comprato  attraverso i canali ufficiali sarebbe costato molto di più - sia un vantaggio relativo che si riduce a zero se teniamo conto che quel prodotto manca dei controlli indispensabili per essere ritenuto sicuro per la vendita al pubblico.In questa società dove la velocità e il risparmio sono i principali fattori su cui si regge l’economia mondiale, il caso di Barletta dovrebbe indurre alla riflessione tutti coloro che, pur di risparmiare, per fare un acquisto preferiscono rivolgersi ai mercatini on line anziché infilarsi un paio di scarpe, scendere di casa e andare in giro alla ricerca di quanto gli occorre.Soprattutto se si tratta di medicinali!Come ci si possa affidare a un sito internet per fare scorta di medicinali, riesce incomprensibile.A meno che non si voglia entrare in possesso di prodotti proibiti in Italia, come ad esempio gli anabolizzanti o tutti quei medicinali dopanti di cui si servono molti pseudosportivi per aumentare le proprie prestazioni atletiche o, appunto, risparmiare a ogni costo sul prodotto al punto da mettere a rischio la vita delle persone che lo assumeranno.La tragedia di Berletta non è certo la prima in tal senso né, purtroppo, resterà l’ultima.È probabile che in molti altri centri medici privati siano stipati medicinali acquistati on line per economizzare mancanti dei necessari controlli che ne autorizzino la vendita.E se l’acquisto non fosse stato fatto on line, non si può escludere che in molti centri giacciano medicinali scaduti e riciclati, rivenduti al mercato nero come buoni e somministrati agli ammalati perché, indipendentemente se l’acquisto avvenga on line o in un magazzino, alla base di qualunque tragedia in campo commerciale ci sono l’egoismo e l’avidità umana!