LA VOCE DI KAYFA

PER VISCO TROPPE TASSE RITARDANO LA CRESCITA... E NOI CHE LO DICIAMO DA UNA VITA!!!!


A conclusione della sua relazione d’esordio come Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, riferendosi alle politiche intraprese dal governo per mettere in ordine i conti pubblici, pur riconoscendogli la rapidità decisiva con cui s’è mosso, critica il prezzo di un innalzamento della pressione fiscale a livelli ormai non compatibili con una crescita sostenuta. Augurandosi oltre a più ampi recuperi d’evasione, tagli di spese che compensino il necessario ridimensionamento del peso fiscale.Attraverso la propria autorevolezza Visco ammette che non si può rilanciare l’economia del paese aumentando le tasse in quanto se da un lato l’aggravio fiscale arricchisce le casse dello Stato, dall’altro riduce sempre di più all’osso il potere d’acquisto dei cittadini impedendo loro di spendere e quindi di rilanciare la produttività industriale cui consegue la crisi delle aziende, messa in mobilità dei lavoratori, cassaintegrazione, licenziamenti, incremento esponenziale della disoccupazione soprattutto giovanile.Tutte queste cose riferite da Visco al cospetto di un nobile consesso composto da cariche istituzionali, politici, finanzieri, banchieri, imprenditori, sindacalisti le stiamo dicendo noi semplici cittadini da quando, subentrato al catastrofico governo Berlusconi, la prima cosa che Monti ha fatto è stata la riforma pensionistica - passando dal sistema retributivo a quello contributivo, innalzando a 67 anni l’età pensionabile e a 40 il minimo di anni lavorativi per percepirla -; aumentare un numero sempre maggiore di tasse -; la revisione del rapporto tra impresa e lavoratori, modificando l’articolo 18 affinché le aziende possano licenziare più facilmente per motivi economici e soggettivi. Così facendo, quello che a dire di Monti e dei suoi ministri si sarebbe contraddistinto come il governo del rigore e dell’equità, nel senso che la riforma fiscale avrebbe riguardato tutte le categorie indistintamente tenendo conto dei redditi – chi più ha più darà -, per ora si è rivelato solo il governo del rigore. D’equità nemmeno l’ombra visto che la manovra colpisce di fatto le fasce a reddito fisso – lavoratori salariati, precari, pensionati – che quando vanno a fare la spesa si scoprono ogni giorno sempre più poveri. Certo, i blitz della finanza a Cortina e in altre città d’Italia per stanare gli evasori sono un chiaro segnale da parte del governo di voler stanare i cosiddetti furbetti, quelli che dichiarano un reddito annuo di 10 mila euro e poi posseggono auto di lusso e yacht a Portofino. Ma basta questo per convincere i cittadini che, unitamente al rigore, la riforma economica varata dal governo sia veramente equa?Cosa possono pensare i cittadini di una classe politica che, dopo aver portato il paese sull’orlo del fallimento per la propria evidente incapacità nel gestire la cosa pubblica e ingordigia, pretenderebbe di collaborare col governo per risollevare le sorti del paese?Cosa possono pensare i cittadini di una classe politica che a parole si dice pronta a ridursi drasticamente gli stipendi e i privilegi che le competono per dare un segnale forte al paese che è necessario che tutti si sacrifichino per evitare che l’Italia finisca in bancarotta come la Grecia, ma che poi rimanda sempre di far seguire i fatti alle buone intenzioni?Per quanto autorevole fosse la fonte che le ha pronunciate, anche quelle di Visco erano parole.Per una volta gradiremmo i fatti!