LA VOCE DI KAYFA

L'ITALIA È IN FINALE, ESULTIAMO SENZA PUDORE


 So bene che in tanti auspicavano in una sconfitta dell'Italia calcistica contro la Germania per evitare che l'euforia della vittoria alienasse dagli italici animi le ansie derivanti dalla drammatica situazione economica e finanziaria in cui versa il paese.Del resto l'allarme lanciato ieri da Confindustria secondo cui  “i danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto” lascia spazio a pochi barlumi di speranza.Ma proprio per questo l'esaltante vittoria sportiva di ieri che ci apre le porte alla finalissima di domenica contro la Spagna, seppure molti la giudicheranno una “vittoria di Pirro”, può assumere connotati meno effimeri di quanto possa apparire.Basti pensare alla gioia con cui hanno accolto la vittoria degli azzurri i terremotati di Medolla e degli altri comuni colpiti dai terremoti del 20 e 29 maggio scorsi per domandarsi se non è sbagliato essere ipercritici verso coloro che hanno vissuto con palpitazione e entusiasmo l'evento.Se il sorriso e l'allegria per un attimo tornano a colorare la vita di quanti, in un colpo solo, si sono visti depredati dalla furia della natura e dall'incuria umana di tutto ciò che avevano costruito con abnegazione e sacrifici nel corso della loro esistenza, non è forse un bene?Al pari non è forse un bene se la stessa gioia e la stessa allegria per un istante riempiano la vita di chi rischia di perdere il lavoro o già l'ha perso, di chi a fatica riesce a arrivare a fine mese, di chi è in ansia per il futuro dei propri figli?È vero, il calcio è solo un gioco, per giunta reso malato da alcuni criminali.Ma non bisogna fare di tutta l'erba un fascio.Inoltre se un gioco ha poteri terapeutici sugli animi umani al punto da far dimenticare per un momento i mali del mondo, perché accanirsi contro quanti, al fischi finale della partita, sono scesi in piazza per festeggiare?L'importante è che il potere politico non si appropri demagogicamente di questa vittoria, facendosene direttamente o indirettamente merito, per gettare fumo negli occhi ai cittadini adottando il panem e circenses degli antichi romani, come avvenne nel lontano 1994 quando, nominato per la prima volta Presidente del Consiglio, nel suo discorso di investitura al Parlamento, per dimostrare di essere l'uomo giusto per il paese nel post tangentopoli, Silvio Berlusconi, oltre a elencare i suoi successi da imprenditore, non lesinò di citare quelli ottenuti col Milan di cui era presidente suscitando l'ilarità tra i banchi dell'opposizione. La vita è ricca di momenti bui, perché privarsi di un effimero attimo di luce sincera?I mali restano, le gioie passano velocemente.Carpe diem, (cogli l'attimo) recita l'antica saggezza dei nostri padri latini.Forza Italia! (ovviamente quella calcistica)