LA VOCE DI KAYFA

LA MORTE DI LORIS D'AMBROSIO: NAPOLITANO FA UN PROCESSO ALLE INTENZIONI


 L'improvvisa morte per infarto di Loris D'Ambrosio, 64 anni, consigliere giuridico del Quirinale ha dato modo al Presidente Napolitano di sfogare tutta la rabbia accumulata nei giorni scorsi quando sia lui che D'ambrosio sono stati oggetto d'attenzione da parte della stampa per via di alcune telefonate intercettate dalla Procura di Palermo sull'utenza controllata dell'ex Ministro dell'Interno Nicola Mancino.Indagato per falsa testimonianza nell'inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia agli inizi degli anni anni novanta, Mancino aveva il telefono intercettato e negli ultimi mesi in più di un'occasione era stato sorpreso a telefonare a D'ambrosio e poi a Napolitano chiedendo loro di intercedere a suo favore con la Procura palermitana. In particolare i ripetuti contatti tra Mancino e D'Ambrosio hanno dato modo alla stampa, una volta consultati gli atti dell'inchiesta depositati dai magistrati e dunque consultabili e pubblicabili, di alimentare, secondo Napolitano, nei confronti del Consigliere giuridico, una campagna diffamatoria basata su insinuazioni. Essendo da tempo malato di cuore, non si può escludere che la pressione alla quale è stato sottoposto in questi giorni abbia potuto influire negativamente sulla sua salute del consigliere causandone il  decesso.Tuttavia, per quanto siano comprensibili la prostazione e la rabbia di Napolitano per la perdita di un collaboratore valido e fidato qual era D'ambrosio, le sue dure parole appaiono come un processo alle intenzioni e possono porsi facilmente  alla strumetalizzazione sciacalla di chi ha tutto l'interesse  a zittire una volta per sempre la stampa e impedire ai magistrati l'utilizzo delle intercettazioni telefoniche per oscurare le proprie magagne e quelle dei propri capi!