LA VOCE DI KAYFA

A LONDRA IL NUOTO ITALIANO FA UN BUCO NELL'ACQUA


 Alla vigilia delle Olimpiadi, una delle discipline in cui avremmo dovuto fare incetta di medaglie era il nuoto, in particolare quello femminile grazie alla presenza in vasca del fenomeno Federica Pellegrini.Come spesso accade, i pronostici, anche quelli apparentemente scontati, vengono poi smentiti dai fatti e così dal nuoto, anziché giungere una pioggia di medaglie, è venuta una cascata di delusioni, sia in campo maschile che femminile.La nostra punta di diamante, Federica Pellegrini, dopo aver fallito i 400 stile libero, specialità in cui è campionessa mondiale in carica col tempo di 4'01”97, quinta prestazione di sempre, ha fallito anche i 200, di cui è campionessa mondiale e olimpica in carica, anche qui arrivando solo quinta.Se alla debacle della Pellegrini sommiamo quella degli uomini, non si può che parlare di disfatta olimpica del nuoto italiano.Cercarne le cause è compito della federazione, ma se dalle parole del campione europeo Filippo Magnini, fidanzato di Federica, malgrado il suo successivo dietro front, traspare amarezza per degli errori commessi in fase di preparazione, è evidente anche ai non addetti ai lavori che se, a distanza di un anno, il nuoto italiano è passato dalle stelle alle stalle, qualcosa negli allenamenti che hanno preceduto Londra 2012 non ha funzionato.È vero che prima di essere degli atleti eccellenti, i campioni sono esseri umani con le loro fragilità e debolezze.Ma essendo stato quello londinese il fallimento di un intero movimento, non del singolo atleta (un calo psicofisico è naturale), qualcosa deve esserci alla fonte del nuoto italiano che non va.La vita insegna che, così come i successi, i buchi nell'acqua non vengono mai per caso.L'importante è capire dove s'è sbagliato, rimboccarsi le maniche per riparare le falle e ripartire verso nuovi traguardi.Londra è già un ricordo, Rio è il domani!