LA VOCE DI KAYFA

VIVA LA LIBERTà DI ESPRESSIONE, VIVA LA FRANCE!


 Non stupisce che una nazione laica per eccellenza come la Francia, patria di Voltaire e di tanti altri grandi liberi pensatori, impedisca le manifestazioni di piazza contro il film blasfemo su Maometto - pretesto per i fondamentalisti islamici di rinfocolare gli animi contro l'occidente, in primis l'America e suoi simboli, nei paesi arabi -; invitando chiunque si sentisse offeso dalla pellicola di rivolgersi in tribunale. La giustificazione del Premier francese Jean-Marc Ayrault al veto di manifestare è stata chiara: “Siamo in una repubblica che non ha intenzione di farsi intimidire. Non tollereremo straripamenti... La Francia è un paese in cui è garantita la libertà d'espressione, compresa la libertà di satira ”C'è da augurarsi che molti politici, ministri, uomini di spettacolo italiani riflettano attentamente sul gesto e sulle parole di Ayrault.Schierarsi al fianco di una qualsiasi comunità, protestando contro un film o una vignetta che ne avrebbero offeso i simboli, chiedendone la rimozione pubblica, è un gesto antidemocratico in quanto tiene conto esclusivamente delle esigenze di una parte della popolazione rispetto alla totalità. Lo Stato non può schierarsi arbitrariamente dalla parte di un soggetto rispetto a un altro. Uno Stato democratico ha una visone neutrale dei propri cittadini nel senso che ai suoi occhi tutti sono uguali - o almeno dovrebbero esserlo! - e dunque tutti hanno gli stessi diritti e doveri stabiliti dalla Legge!Sarà la giustizia a decidere se quel film, quella vignetta, quella parodia hanno violato le leggi dello Stato non certo gli individui che protestano mettendo lo Stato sotto pressione affinché intervenga per porre il bavaglio a chi la pensa in maniera diversa da loro. In qualsiasi democrazia è nei tribunali che si discutono le offese non certo urlando in piazza, sui giornali o in televisione!Questo vale non solo per il film e le vignette contro Maometto e qualsiasi altra comunità religiosa ma anche per la satira che prende di mira ministri della Repubblica e Consigliere comunali: se la Fornero si sente offesa da Vauro per la vignetta in cui la ritrae nei panni di una squillo, ha il legittimo diritto di dare mandato ai propri legali per tutelare la sua dignità di persona e di donna; se a qualcuno del PDL non piace la parodia che a Quelli Che Il Calcio Virginia Raffaele fa di Nicole Minetti, vedendoci un implicito attacco a Berlusconi, può rivolgersi al tribunale non certo pretendere di far chiudere il programma o impedire alla Raffaele di continuare a fare l'imitazione della Consigliera milanese.Quanti si sentono offesi perché oggetto di satira seguano l'esempio di Michele Santoro il quale, malgrado nelle sue trasmissioni dà spazio a Vauro e alle sue dissacranti vignette, alcuni anni fa non esitò a citare in tribunale Joe Violanti di RDS perché lo imitava alla radio.Per quanto a molti possa non piacere, la libertà di espressione e di satira sono il sale della democrazia.Metterle in forse solo per lenire la rabbia di un singolo individuo o di un'intera comunità, temendo magari ritorsioni terroristiche, significa sottostare a un ricatto.Quando si è vittime di ricatti non si è più uomini liberi.Viva la libertà, la France!