LA VOCE DI KAYFA

SULL'EURO BERLUSCONI HA LA MEMORIA CORTA


 È vero che all'approssimarsi delle elezioni i politici si dimostrano particolarmente inclini a farsi paladini dei problemi della povera gente; facendo spesso affermazioni in totale contrasto con la realtà dei fatti o promesse impossibili da mantenersi ma che, in quel particolare momento, alimentando nell'animo dei cittadini la speranza - che rappresenta tutto per chi non ha niente o ha poco – accresce le loro probabilità di successo elettorale rendendoli simpatici a una parte di popolazione che riconosce in essi i tutori dei propri interessi ! Ma è pur vero che c'è un limite a tutto...Ieri, mentre partecipava alla presentazione del libro di Renato Brunetta, Silvio Berlusconi ha attaccato Equitalia, “che certe volte sottopone a estorsione i cittadini” e ha nuovamente criticato l'euro, aggiungendo riguardo al cambio lira-euro “ è stato un suicidio”.Che il passaggio dalla valuta nazionale a quella europea abbia creato grossi problemi agli italiani, è noto a tutti: all'atto di convertire i prezzi da lira in euro, anziché 50 centesimi a mille lire come prevedeva la legge, molti negozianti hanno effettuato il cambio adeguando un 1 euro a mille lire, raddoppiando dunque i prezzi e dimezzando il potere di acquisto dei cittadini i cui stipendi e pensioni invece sono stati convertiti in rapporto al cambio reale. Attenendoci alla storia, essendo l'euro entrato in vigore il 1° gennaio del 2002, epoca in cui Silvio Berlusconi era al suo secondo mandato di Presidente del Consiglio già da un anno e sarebbe durato a Palazzo Chigi fino alla scadenza naturale della legislatura nel 2006, ci spiegasse il cavaliere perché il suo governo, malgrado le reiterate denunce di singoli cittadini e delle associazioni dei consumatori relative agli abusi perpetrati da molti commercianti in rapporto al raddoppio dei prezzi, non intervenne imponendo controlli drastici sull'intero territorio; obbligando l'esposizione dei prezzi sia in lira sia in euro, non per due mesi ma almeno per due anni affinché la gente si abituasse alla nuova moneta,  per evitare che un nugolo di commercianti disonesti si arricchisse alle spalle della popolazione?È facile scagliarsi contro l'euro, inviso alla stragrande maggioranza degli italiani per i motivi sopraccitati, accattivandosi in tal modo le simpatie di una parte dell'elettorato che si riconosce nelle accuse del cavaliere. Difficile è spiegare agli italiani perché, malgrado all'epoca dell'introduzione dell'euro egli fosse Premier, non intervenne drasticamente per evitare che si speculasse sulle spalle dei consumatori!