LA VOCE DI KAYFA

BERLUSCONI CONDANNATO PER FRODE FISCALE


 Se davvero fosse, come stabilito ieri dal Tribunale di Milano, nella sentenza di primo grado del processo sui diritti Mediaset, che ha inflitto all'imputato Silvio Berlusconi una condanna di 4 anni di reclusione (3 condonati grazie all'indulto), nonché 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e 3 dagli uffici direttivi delle imprese, che l'ex Premier avrebbe messo in piedi un “meccanismo fraudolento, scientificamente attuato già alla fine degli anni 90”, per evadere il fisco sintomo di “una naturale capacità a delinquere”, automaticamente si spiegherebbe perché l'Italia è al primo posto in Europa per quanto concerne l'evasione fiscale, e il perché delle reazioni indignate di molti esponenti di spicco del centrodestra in risposta ai blitz di capodanno della Guardia di Finanza a Cortina e successivamente in altre località frequentate da vip: aver al governo un uomo propenso all'evasione fiscale era garanzia di sicurezza e immunità per quanti fossero intenzionati a frodare il fisco, portando il paese sull'orlo della bancarotta da cui Monti sta cercando disperatamente di tirarlo fuori imponendo ai cittadini onesti sacrifici economici che vanno al di là dell'umana sopportazione.Del resto in più di un'occasione, malgrado ricoprisse il ruolo di Presidente del consiglio, il cavaliere ha dato l'impressione di giustificare gli evasori, per poi smentirsi successivamente.È vero che alla sentenza di primo grado di ieri, seguiranno il giudizio di appello e poi quello inappellabile della Cassazione, pertanto, al momento, il cavaliere non può essere ritenuto colpevole ma presunto tale.Tuttavia è altresì vero che se anche in questo processo, alla fine, Berlusconi venisse assolto per prescrizione avrebbe ben poco da rallegrarsi in quanto la condanna, seppure in primo grado, per frode fiscale lo addita irrimediabilmente agli occhi dell'opinione pubblica come il principale responsabile di quel disastro economico che li sta costringendo a subire politiche tributarie di rigidità tale da posizionare l'Italia al primo posto nel mondo per pressione fiscale!È comprensibile che Berlusconi, come qualsiasi altro condannato, non digerisca la sentenza dichiarandosi innocente, vittima di un complotto dei magistrati politicizzati.Ma se davvero il cavaliere vuole riabilitarsi agli occhi dell'opinione pubblica, deve obbligare i suoi legali ad affrettarsi per arrivare quanto prima alla sentenza di appello e poi a quella di cassazione, eventualmente rinunciando alla prescrizione se dovesse sopraggiungere.Se infatti anche quest'ennesimo processo a suo carico venisse prescritto, difficilmente egli potrebbe poi rivolgersi all'elettorato, urlando ai quattro venti la propria indignazione per essere stato vittima dell'ennesimo complotto delle toghe rosse, dato che tra l'assoluzione con formula piena “per non aver commesso il fatto”, o quella parziale per insufficienza di prove, e quella per prescrizione, il macigno della presunta colpevolezza non provata causa l'interruzione del processo per sopraggiunta scadenza dei termini di legge, nonostante egli sia un gran comunicatore e possessore di enormi mezzi di comunicazione, difficilmente l'opinione pubblica, che identifica, giustamente, negli evasori fiscali  la causa di molti dei propri attuali mali economici, sarà propensa a credergli essendo ritratto dalla sentenza come il "re" degli evasori!