LA VOCE DI KAYFA

POLITICA E COCAINA, IL SILENZIO DEGLI IMBARAZZATI


 Visto l'accanimento con cui i politici di professione e i loro paladini dell'informazione prendono a pretesto qualsiasi malumore serpeggi nel M5S contro il suo fondatore e padre-padrone Beppe Grillo, o qualsiasi sua presunta gaffe o frase discutibile, offrendoli in pasto all'opinione pubblica con commenti strumentalizzati ad oc nel disperato tentativo di sminuirne l'appeal che riscuote nei cittadini al punto da risultare nei sondaggi elettorali il secondo partito alle spalle del PD, stride rumorosamente il silenzio con cui è passata in sordina sui giornali e in televisione la notizia che durante un controllo la figlia del comico Luna abbia consegnato di sua spontanea volontà agli agenti che l'avevano fermata due dosi di cocaina per uso personale venendo segnalata alla Prefettura di Rimini come consumatrice di sostanze stupefacenti.L'improvvisa tolleranza verso il comico per una vicenda che offriva su un piatto d'argento ai partiti la possibilità di screditarlo politicamente come era avvenuto in passato per Bossi sputtanato dal proprio figlio Renzo detto il Trota, ha l'amaro sapore di omertoso silenzio.In più di un'occasione è apparso quanto fosse indissolubile il connubio tra politica e cocaina. Nel 2006 l'allora Ministro Ferrero alla domanda di Radio Radicale se la cocaina fosse diffusa tra i politici, rispose “Assolutamente sì, lo si è visto da qualche inchiesta giudiziaria di qualche anno fa, ci sono droghe che circolano nei ‘palazzi’ questo è assolutamente evidente, e forse non è nemmeno un caso che le tabelle derivate dall’azione del ministro Storace fossero più permissive sul versante cocaina che non sul versante cannabis per quanto riguarda la quantità di princio attivo".Emblematico fu il caso dell'onorevole Cosimo Mele dell'UDC che nel 2007 fu coinvolto in una vicenda di sesso e droga con la soubrette Francesca Zenobi la quale finì all'ospedale per overdose da cocaina dopo aver trascorso una serata in compagnia dell'onorevole conclusasi in albergo.Altra vicenda che alimentò il sospetto sul consumo di droga da parte dei politici fu una trasmissione televisiva in cui con uno stratagemma le Iene fecero il test della droga a un gruppo di parlamentari e uno su tre risultò positivo.Episodio non meno ambiguo, che acuisce forti dubbi sulla reale ritrosia dei nostri politici nell'assumere droga, è stato il “recente” arresto per spaccio di cocaina del direttore delle poste del Senato. È vero, questo fatto non implica in sé che i “clienti” del direttore fossero gli stessi senatori ma poiché, come abbiamo visto, tanti sono gli eventi disseminati nel tempo in cui molti politici risultano dediti al consumo di cocaina, è naturale ipotizzare che qualche senatore non disdegnasse “pippare”.Ritornando alla vicenda di Luna Grillo, il fatto che la politica e i suoi paladini dell'informazione non se ne siano serviti in maniera strumentale per colpire Grillo, stupisce e fa “rumore” più di quanto i nostri politici possano immaginare.Se lo avessero fatto, avrebbero commesso un clamoroso autogol. Più saggio tacere, tenendo ben chiusi gli scheletri nell'armadio!