LA VOCE DI KAYFA

PDL, PARTITO AD PERSONAM


 Seppure, alla fine - come in tanti sostengono – le primarie del PD si risolveranno in una bolla di sapone in quanto, all'indomani delle elezioni di primavera, sarà di nuovo Monti a guidare il nuovo esecutivo per proseguire nel risanamento del bilancio dello Stato, tartassando ulteriormente i cittadini, comunque vada, il primo partito di centrosinistra, oltre a uscirne arricchito grazie al contributo di due euro versati da chi è andato a votare al primo turno e voterà al ballottaggio, ne esce rafforzato a livello di immagine. Così come ne esce rinvigorita la figura di Bersani che ha fortemente voluto le premiare, malgrado i vertici del partito fossero scettici per timore che il rottamatore Renzi potesse vincere mandandoli a casa. La scelta del Segretario di mettersi in gioco, aprendo alle primarie, ha improvvisamente rianimato l'elettorato di centrosinistra che a frotte si è riversato domenica scorsa ai seggi, sottoponendosi con entusiasmo alle lunghe file di attesa derivanti dal macchinoso sistema di voto architettato per evitare che ai seggi si recassero anche elettori del centrodestra per scompagnare i giochi. I faccia a faccia televisivi - prima dei cinque candidati, poi di Bersani e Renzi - per quanto stucchevoli e insignificanti possano essere apparsi, hanno il merito di aver dimostrato all'opinione pubblica, indipendentemente dalle personali tendenze politiche, che il PD è un partito vero, i cui vertici non hanno timore di mettersi in gioco confrontandosi con le maestranze per affermare le proprie idee e vedere riconosciuto il proprio potere dalla base. In tal senso, più di un riconoscimento è stato fatto al PD da illustri rappresentanti del centrodestra – Crosetto e Giorgia Meloni, per citare i casi più eclatanti – i quali hanno definito “una bella pagina di democrazia” le primarie, con tutto il contesto che ne deriva, auspicando che altrettanto avvenisse nel PDL. Purtroppo per loro ancora una volta la preponderanza di Berlusconi ha avuto il sopravvento sugli umori della “massa”. Quando sembrava ormai certo che il cavaliere non si sarebbe ricandidato alla guida del paese per fare spazio ai giovani - leggi Alfano - in tanti spingevano perché si facessero le primarie per dimostrare che il PDL non era affatto un partito di plastica, sottomesso alla volontà del suo fondatore, come sostenevano i detrattori. Purtroppo per loro la decisione dell'ex Premier di ricandidarsi, rifondando Forza Italia, è la sacrosanta dimostrazione che il PDL è un partito di plastica, un soggetto ad personam. Senza se e senza ma!