LA VOCE DI KAYFA

BERLUSCONI IN CAMPO PER LA SESTA VOLTA CONTRO L'INCUBO COMUNISTA?


 Come avvenne nel lontano 1994, quando scese in campo per non consentire che il paese finisse nelle mani dei comunisti - dopo averlo guidato da allora per ben 5 volte con risultati molto discutibili, in alcuni casi disastrosi come quelli che lo scorso anno lo hanno costretto a dimettersi in quanto le politiche economiche del suo governo non bastarono a evitare al paese la vergogna di uno spread di quasi 600 punti tra BTP e Bund tedeschi che significava bancarotta - Silvio Berlusconi sembra deciso a ricandidarsi perché “La situazione oggi è ben più grave di un anno fa quando lasciai il governo". Premesso che, stando ai sondaggi, se si andasse a votare “oggi” come vorrebbe il cavaliere, nelle più rosee delle previsioni il PDL raccoglierebbe poco più del 15% - il 23% alleandosi con la Lega – mentre da solo il PD va ben oltre il 34%, (senza contare l'incognita Grillo che viaggerebbe intorno al 16% di preferenze), ci sembra contraddittoria la motivazione che spingerebbe Berlusconi a rimettersi per l'ennesima volta in gioco dato che, per sua stessa ammissione, la causa delle sue dimissioni fu la gravità della situazione economica del paese. In virtù di ciò essendo, sempre per sua ammissione, la situazione attuale ben più complessa di quella che lo costrinse a lasciare non si capisce come possa pretendere, ovviamente se vincesse le elezioni, fronteggiarne una più drammatica!? La sensazione è che, mai come questa volta, il cavaliere bluffi di brutto: tutti sanno, per primo egli stesso, che alle prossime elezioni il centrodestra è condannato all'opposizione. A dirlo non sono solo i sondaggi ma una buona fetta dell'elettorato di centrodestra che ha mostrato di apprezzare le primarie con cui il PD ha scelto il proprio candidato premier, sperando fino e all'ultimo che si facessero anche nel PDL per aver modo di esprimere liberamente la propria preferenza, restando deluso per il niet del capo. Purtroppo il riacutizzarsi del “pericolo rosso” ha costretto il cavaliere a bere l'amaro calice e a farsi nuovamente avanti, costringendo tutti a riporre nel cassetto le personali ambizioni e le speranze di democrazia, dimostrando una volta di più che il PDL è un partito ad personam!