LA VOCE DI KAYFA

MONTI CHIUDE LA PORTA A BERLUSCONI


 Ufficialmente Mario Monti scioglierà la riserva sul proprio futuro politico - facendo dunque sapere al paese se si candiderà come leader di uno schieramento moderato, come vorrebbero Berlusconi e l'Europa; se scenderà in campo con una lista propria o se si terrà fuori dai giochi, come desidererebbe Napolitano, per poi eventualmente tornare in campo ricoprendo un ruolo chiave se glielo chiedesse il vincitore delle elezioni (leggi Bersani) - subito dopo l'approvazione della legge di stabilità entro venerdì 21 dicembre. Tuttavia un'indicazione, nemmeno tanto indiretta, sul proprio eventuale futuro politico il Premier l'ha già data respingendo al mittente gli inviti di Berlusconi e Alfano a candidarsi come leader di uno schieramento moderato: "Berlusconi e Alfano prima mi sfiduciano e poi improvvisamente mi vogliono candidare? Li ringrazio, ma serve coerenza". Questa dichiarazione lucida e lapidaria del Premier lascia intendere che, qualunque sarà la sua decisione, un fatto è certo, Monti non potrà mai essere alleato con Berlusconi il quale, pur appoggiando il governo dei tecnici, contro il professore e il suo esecutivo ne ha dette di cotte e di crude, fino a levargli l'appoggio in Parlamento aprendo di fatto la crisi di governo. C'è da giurare che la posizione di Monti influirà non poco sulle varie anime del PDL che in questi giorni si stanno “spacchettando” dalla casa madre per affermare ognuna la propria identità. In particolare quelle i cui rappresentanti sostengono a viso aperto Monti e le scelte del suo governo, convinti che il prossimo esecutivo dovrà proseguire il lavoro di Monti per allontanare dall'Italia lo spettro del fallimento economico. Continuare il lavoro di Monti significa tra l'altro non abolire l'IMU, la tassa sulla prima casa tanta invisa agli italiani ma che si è rivelata necessaria per fronteggiare la riduzione delle entrate IVA derivanti dal calo dei consumi sintomo della crisi. Visto che anche in questa campagna elettorale il cavallo di battaglia di Berlusconi sarà l'abolizione dell'IMU - ergo rinnegare quanto fatto da Monti contraddicendo se stesso in quanto il PDL ha sostenuto le scelte del governo tecnico – non è difficile prevedere che se Monti decidesse di scendere direttamente in campo lo farebbe ponendosi in contrapposizione a Berlusconi il quale, per quanto possa essersi all'improvviso riscoperto europeista e montiano convinto, difficilmente riuscirà a convincere il professore che la propria conversione “sulla via di Damasco” non sia un opportunismo bensì effettivo senso di responsabilità per il bene della nazione.