LA VOCE DI KAYFA

NAPOLI: CITTADINI APPIEDATI E ARRABBIATI COI POLITICI


 Chi sperava che almeno per le feste natalizie Napoli assumesse l’aspetto di una città normale – per cui almeno i mezzi pubblici in quel periodo funzionassero regolarmente per favorire ai cittadini e ai turisti di spostarsi senza alcun problema da un punto all’altro della città in maniera da fare shopping e visitarla - si sbagliava di grosso. Da mesi ormai trasferirsi da un quartiere all’altro della prima metropoli del sud è diventata un’odissea. Soprattutto per chi la mattina deve andare a lavoro o a scuola, causa la crisi delle varie aziende del trasporto pubblico che non hanno i soldi per pagare gli stipendi ai dipendenti e ristrutturare i mezzi rendendoli efficienti e sicuri con conseguenti agitazioni dei lavoratori che prima si danno ammalati in massa e poi scioperano selvaggiamente lasciando a piedi l’utenza. Oddio, non è che prima i mezzi pubblici funzionassero perfettamente, tutt’altro. A testimoniarlo erano le attese medie di una ventina di minuti sulle fermata per aspettare l’arrivo di un autobus, di un pullman, di una metropolitana targata FS, di una cumana, di una circumflegrea, di una circumvesuviana. Tempi che in qualunque altra città farebbero ribellare gli utenti per la lungaggine dell’attesa mentre a Napoli si tira un sospiro di sollievo se solo dopo venti minuti che si aspetta arriva il mezzo che serve. Così come Napoli è l’unica città d’Italia e d’Europa dove la sera i mezzi pubblici, passate le 21, latitano e o si ritirano del tutto costringendo chi ne ha bisogno, perfino nel weekend, a inventarsi chissà quali strategie per spostarsi in città. Soprattutto se non ha l’auto. Mentre chi l’auto ce l’ha, ma preferirebbe lasciarla in garage, servendosi dei mezzi pubblici per godersi un attimo di libertà, alla fine è costretto a scegliere la soluzione meno preferibile, ossia mettersi alla guida della propria macchina anche il sabato sera e la domenica se vuole regalarsi un fine settimana spensierato con gli amici o la famiglia. Da tanti anni, sia che ad amministrare i vari organi locali fossero i “rossi”, i “neri” o i bianchi, il disservizio dei mezzi pubblici urbani e extraurbani napoletani è una macchia indelebile sull’anima di Napoli e della sua provincia cui nessuno ha mai cercato seriamente di porre rimedio. Dall’era Bassolino in poi  chi ha avuto mandato dai cittadini di amministrare la città si è preoccupato soprattutto di rifarle il trucco liberando dalle auto il lungomare Caracciolo perché i cittadini e i turisti se ne riappropriassero; si è impegnato affinché a Napoli approdassero alcune regate della Coppa America; si è dato da fare perché si allestisse in tempi da record uno “stadio del tennis” in modo  da disputare a Napoli uno spareggio della Coppa Davis; si organizzassero eventi culturali sopraffini che in tanti faticavano a comprenderne l’utilità visti i tanti problemi cronici che affliggono Napoli sul fronte sociale. Tutto questo mentre la città, la provincia e la regione venivano invase dai rifiuti presentandosi agli occhi del mondo come un’immensa discarica a cielo aperto… Eppure la sensazione che si ha quando ci si ritrova alla fermata di un mezzo pubblico insieme a altre persone nell’esasperante attesa di un mezzo è che la gente agli orpelli di facciata preferirebbe la sostanza dei servizi. In molti farebbero volentieri a meno delle notti bianche, degli eventi sportivi internazionali di prestigio, di qualche evento culturale in cambio di servizi - non dico eccellenti come quelli tanto vantati da Formigoni per la sua Lombardia – che avessero un vago aspetto di civiltà! Possibile che il Sindaco di Napoli e quelli dei comuni limitrofi, il Presidente della Regione Campania e i responsabili della Provincia sanno solo fare promesse, promuovere grandi eventi, presenziare ai talk show televisivi, impegnarsi in politica, ma non sono capaci di garantire ai cittadini quello che è un loro sacrosanto diritto in virtù delle tasse che pagano? Possibile che nessuno di loro può intervenire nelle vertenze delle varie aziende di trasporti pubblici - che con le loro crisi stanno appiedando i napoletani e allontanando ancor di più la periferia dal centro - ponendo un punto fermo affinché, almeno nei trasporti, Napoli possa essere uguale alle altre città italiane? Oppure, come avvenne per la spazzatura, anche in questo caso si è attende l’arrivo del messia dal nord che con i suoi miliardi rilevi le aziende e le renda per “magia” funzionanti sfoltendo il personale con lo svecchiamento e altre soluzioni traumatiche? Possibile che le istituzioni locali e i politici napoletani non sono capaci di fare niente al di là di assumere impegni difficili da mantenere e raccontare favole in campagna elettorale?