LA VOCE DI KAYFA

CON I SE E CON I MA NON SI VA DA NESSUNA PARTE


Non so se vi capita mai, ripensando a quel che oggi siete, di domandarvi se la vostra vita sarebbe stata diversa se quel fatidico giorno anziché fare una determinata scelta, ne aveste fatta una totalmente opposta; se anziché rispondere di "sì" a una domanda aveste risposto di no, e altre cose simili. Ve lo chiedo perché a me succede spesso! E vi assicuro che sono uno che ama vivere di rimorsi e non di rimpianti! Tuttavia, ci sono momenti della vita in cui mi lascio travolgere dallo scoramento. Allora, volgendo gli occhi al cielo, inizio a chiedermi cosa sarebbe la mia vita Se quel giorno anziché fare così, avrei fatto colì; Se anziché dire questo, avrei detto questo; Se anziché svoltare di là, avrei svoltato di qua; Se... Uno di questi dubbi che spesso mi assale è, CHISSà COME SAREBBE LA MIA VITA OGGI SE NON AVESSI LASCIATO GLI STUDI SCIENZE POLITICHE PER ANDARE A LAVORARE. E' questo il rimpianto per eccellenza che alimenta le mie afflizioni. Quando all'epoca compì tale scelta, la decisione maturò in quanto, essendomi iscritto all'università dopo quasi quattro anni di "parcheggio" in cui avevo fatto i lavori più svariati per rendermi indipendente economicamente, ero consapevole, e tuttora lo sono, di quanto fosse difficile per un neodiplomato trovare un lavoro "sicuro" qui al sud; un lavoro che desse a un giovane le necessarie garanzie per orientare in maniera adeguata il proprio futuro di uomo. Purtroppo a chi come me piace confrontarsi con gli altri attraverso il dialogo; esprimere le proprie opinioni, contando su risposte intelligenti che stimolino ulteriori riflessioni; leggere e condividire con gli altri il proprio punto di vista su un determinato argomento o autore; imparare dagli altri ascoltandone il pensiero, trovarsi catapultato in un contesto sociale dove, dalla mattina alla sera, non si parla d'altro che di calcio e tutto quanto lo correda; o, peggio, di malattie e guai, tanto che se non soffri di depressione, ascoltando, rischi di fartela venire, (a riguardo c'è una collega specializzata in questo. Conosce tutte le patologie e le cure relative avendo vissuto, e continuando a vivere, una vita di eterne contraddizioni che ne hanno minato prima l'animo e poi la salute!), ecco che, se cerchi di rompere per un momento gli schemi, parlando, se non di cultura, almeno di attualità, come per magia, appaiono tanti sapientoni che iniziano a dire la loro a sproposito, alterando completamente il senso della reltà, senza nemmeno avere il buon gusto di ascoltare chi gli fa notare che stanno dicendo delle inesattezze, che i fatti che riferiscono si sono svolti in manuera diversa. Del resto, non a caso si dice che l'arroganza, la presunzione e la violenza sono figlie dell'ignoranza!  E' in questi momenti così avvilenti, dove ti vien voglia di abbandonare il posto di lavoro per recarti a trovare un amico/a con cui parlare in maniera intelligente, o magari appartarti in un angolo all'aperto per leggere un buon libro che mi assale il dubbio, CHISSà COSA NE SAREBBE STATO DELLA MIA VITA SE ANZICHé ACCETTARE DI LAVORARE QUI, PROSEGUIVO GLI STUDI? Oramai sono vent'anni che quest'incertezza mi sconquassa l'anima. E ogniqualvolta accade, ripensandoci, mi dico che è da stolti vivere di rimpianti. Se proprio uno deve soffrire, è meglio vivere di rimorsi alimentati dall'aver fatto qualcosa che ti piace, anche se agli occhi degli altri appare non giusto, amorale, invece di continuarti a chiedere SE FACCIO COSì CHE SUCCEDE? MA E' GIUSTO?Nella vita con i SE e con i Ma non si va da alcuna parte, ciò che contano sono i fatti. Ma soprattutto noi stessi perché se stiamo bene con stessi, stiamo bene anche con gli altri!