La conferma che q
uesta volta a Berlusconi non basterà monopolizzare con la propria ossessiva presenza le televisioni pubbliche e private per ribaltare i sondaggi e vincere le elezioni è data
dall'alleanza siglata questa notte dal cavaliere con la Lega. La condizione sine qua non l'accordo fosse siglato posta dai leghisti era che Berlusconi non si candidasse a premier, e così è stato. Infatti, nella remotissima eventualità il centrodestra vincesse le elezioni,
il candidato premier sarà Angelino Alfano mentre Berlusconi riserva per sé il Ministero dell'Economia. Una scelta poco sofferta quella del cavaliere in quanto, in virtù dell'attuale legge elettorale che assegna i seggi al Senato in base al risultato elettorale ottenuto a livello regionale, l'alleanza con la Lega, che stando ai sondaggi dovrebbe raccogliere il 26% di preferenze, garantirebbe a Berlusconi di tenere in scacco il probabile governo presieduto da Bersani bloccando al Senato quanto emendato dalla Camera dove il centrosinistra avrebbe la maggioranza. Con questa decisione Berlusconi tacitamente ammette la propria sconfitta elettorale, ponendosi nella condizione che, pur perdendo una battaglia, non è detto che, alla lunga, non vinca la guerra. Ovvero, in virtù dei probabili conflitti che verranno a crearsi tra le decisioni della Camera con quelle del Senato, il cavaliere costringerà il nuovo governo a dimettersi poco dopo il suo insediamento per palese ingovernabilità, rimandando il paese nel caos. Perché ciò non avvenga fondamentali saranno le posizioni che assumeranno al Senato il M5S di Grillo e la Lista Civica che sostiene Monti. Se la coerenza non difetterà soprattutto a Monti e ai suoi alleati -
dipinti nel peggiore dei modi da Berlusconi in ogni apparizione televisiva e intervista giornalistica - al Senato, malgrado l'appoggio della Lega, il cavaliere rischia di vedere vanificato il proprio progetto ostruzionistico in quanto Monti e i suoi sosteranno il governo di centrosinistra se, come già preannunciato da Bersani eventuale prossimo Premier, nel proprio programma inserirà molti punti dell'agenda Monti per proseguire il “lavoro” di riassetto economico dello Stato intrapreso dal professore. Speriamo che anche questi “giochi” politici non si ripercuoteranno contro i poveri cittadini, favorendo sempre i soliti noti. Gli italiani hanno già dato tanto, da dare gli è rimasto ben poco!