LA VOCE DI KAYFA

BERLUSCONI DA SANTORO PAREGGIA MA VINCE


 Per ammissione dello stesso Santoro in un moto di rabbia, leggendo la lettera a Travaglio in cui elencava le 10 condanne per diffamazione a mezzo stampa subite dal giornalista - definendolo un diffamatore di professione, suscitando l'ira del padrone di casa che sbottava “ gli accordi prevedevano di non parlare dei processi” - la puntata di ieri sera di SERVIZIO PUBBLICO, intitolata MI CONSENTA, dedicata interamente a Silvio Berlusconi, era stata preconfezionata con la collaborazione dello staff del cavaliere. A conferma che perfino l'integerrimo Santoro non ha saputo resistere alla tentazione di mettere in discussione l'indipendenza della sua trasmissione pur di avere in studio colui che, sia nel bene che nel male, è stato uno dei massimi protagonisti, se non addirittura l'assoluto protagonista, della politica italiana degli ultimi 16 anni. Fino all'ultimo Santoro e i suoi collaboratori si illudevano che il cavaliere non sarebbe contravvenuto agli accordi di “non belligeranza” pur di non correre il rischio d'essere crocifisso in diretta davanti a milioni di telespettatori. Malgrado l'incedere della puntata abbia spesso rasentato la tensione nervosa, ma senza mai sfociare in rissa, nessuno prevedeva che Berlusconi, da grande comunicatore qual è, si lasciasse sfuggire l'occasione per “infilzare” Travaglio che sul cavaliere e sui lati oscuri del suo successo imprenditoriale e politico ha scritto molti libri inchiesta paventandone, nemmeno tanto velatamente, i presunti rapporti con la mafia. E così, dopo il secondo intervento del giornalista, quando ormai il programma volgeva alla fine, ecco che Berlusconi sorprende tutti mostrando una lettere indirizzata a Travaglio, scritta dai suoi uomini, e la legge elencando le condanne per diffamazione a mezzo stampa subite dal giornalista; accusandolo d'essere un diffamatore di professione. Mandando su tutte le furie il conduttore che tutto si aspettava fuorché quel colpo basso, ma a effetto, del cavaliere in prossimità dei titoli di coda. Dal canto suo Travaglio, in evidente imbarazzo per quelle accuse alle quale probabilmente non poteva rispondere come avrebbe voluto e potuto per non violare i patti con Santoro, si è limitato a far notare a Berlusconi che le condanne da lui citate si riferivano tutte a procedimenti civili. Aggiungendo con tagliente ironia che se avesse avuto condanne penali, di sicuro il cavaliere lo avrebbe proposto per la presidenza del Senato (riferimento implicito all'attuale Presidente del Senato Renato Schifani indagato per associazione mafiosa e di cui la Procura di Palermo ha chiesto l'archiviazione)... Volendo stabilire chi ha vinto e chi ha perso tra Berlusconi e Santoro, utilizzando una metafora calcistica, possiamo dire che il confronto è finito in parità, 1 a 1. Solo che, come spesso avviene negli scontri diretti, giocando in trasferta, il gol di Berlusconi vale doppio!