LA VOCE DI KAYFA

GLI ITALIANI ADORANO PINOCCHIO, LO RICORDI BERSANI


 Come da tradizione consolidata, anche per le prossime elezioni il centrosinistra italiano sembra essere in grado di dilapidare quello che fino a un mese fa pareva un vantaggio incolmabile tra sé e il centrodestra berlusconiano. In meno di due mesi, ossia da quando Berlusconi ha rotto gli indugi e ha intrapreso la sua sesta “discesa in campo”, inondando le televisioni, pubbliche e private, con la sua ossessionante presenza, il divario tra il centrosinistra e l'armata berlusconiana si sarebbe ridotto a soli 4 punti percentuali. Un'inezia secondo il cavaliere che conta addirittura di operare il sorpasso in prossimità del voto e vincere clamorosamente le elezioni come gli riuscì nel 94. Un'eventualità che spaventa non poco l'Europa che tanto s'era adoperata affinché Berlusconi si dimettesse da capo del governo nel novembre del 2011 per far spazio a Monti, visto che con il cavaliere al governo il paese era ormai arrivato sulla soglia della bancarotta. Con conseguenze drammatiche per l'intera eurozona se ciò fosse avvenuto. Molti imputano la rimonta di Berlusconi alla sua innata capacità di comunicazione che, amplificata dalla potenza mediatica di cui dispone, riesce a catalizzare su di sé le simpatie di quella parte di elettorato toccato in maniera traumatica dalle manovre finanziarie attuate da Monti per evitare il default del paese - espresse sotto forma di aumenti di tasse e tagli alla spesa pubblica che hanno intaccato in negativo i già precari equilibri finanziari delle famiglie, dei lavoratori e dei pensionati - e che il cavaliere promette di tagliare o abolire del tutto se vincerà le elezioni riportando i soldi nelle tasche degli italiani. Fa niente che per realizzare le manovre recessive di Monti è occorso il fattivo contributo del PDL, tuttora partito di maggioranza relativa in Parlamento. A chi gli fa notare questa contraddizione, Berlusconi risponde che il suo partito agì per il bene del paese, senza spiegare perché, se venisse rieletto, punta a riportare il paese in quelle condizioni di stallo finanziario che determinarono la fine dei suo governo... Per quanto la spiccata dialettica del cavaliere riesca a stravolgere la realtà, scaricando in maniera impudente ma convincente le proprie responsabilità sugli altri con l'ausilio di promesse elettorali che definire favole suona come un dolce eufemismo, la realtà del successo berlusconiano è da ricercarsi prima di tutto nell'onestà intellettuale del centrosinistra incapace di mentire all'elettorato al pari del cavaliere che sa invece bene quanto agli italiani piacciano le favole, le barzellette, gli spettacoli di cabaret. Berlusconi sa bene quanto gli italiani siano pronti a schierarsi dalla parte di chi si dichiara vittima di presunti soprusi e ha il coraggio di denunciarli pubblicamente con impavido coraggio come fa lui accusando la magistratura di complottare contro di sé - al punto da condannarlo in primo grado per frode fiscale, causa principale del dissesto finanziario italiano cui Monti ha dovuto far fronte tassando all'inverosimile gli italiani -; o attribuire all'avidità della Germania - a suo dire rea di aver complottato contro il suo governo per difendere i propri interessi finanziari, imponendo Monti al governo affinché aumentasse le tasse per salvaguardare la tenuta dell'euro a tutela degli interessi tedeschi – la causa della crescente povertà degli italiani. Guardandosi però bene dallo spiegare perché fece passare per nipote di Mubarak una minorenne tunisina frequentatrice delle sue feste eleganti perché fosse scagionata dalla polizia milanese che l'aveva fermata con l'accusa di furto... Fino a quando la sinistra non imparerà a essere un po' meno onesta intellettualmente, ad avere un po' meno rispetto verso i cittadini, a raccontare favole e barzellette difficilmente vincerà le elezioni o, se le vincesse, otterrà una maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato per governare senza dover scendere a compromessi che ne snaturino le politiche causandone il fallimento. Gli italiani adorano Pinocchio, lo ricordi Bersani!