LA VOCE DI KAYFA

21 GENNAIO 2013: DOPPIO SCACCO AI CASALESI?


 Giusto un mese dopo quello che, stando ai maya e, soprattutto, agli interpreti delle loro profezie, sarebbe dovuto essere l'ultimo giorno del mondo, il 21 gennaio 2013 potrebbe rappresentare una data storica nella lotta alla criminalità organizzata in Italia. Ieri prima l'arresto di Carmine Schiavone, figlio del boss dei casalesi Franceso Schiavone detto Sandokan, reggente in vece del padre del famigerato clan camorristico; quindi, dopo un teso tira e molla durato fino a pomeriggio inoltrato, il no del PDL alla ricandidatura di Nicola Cosentino ritenuto dai magistrati referente politico dei casalesi e per il quale chiesero alla Camera l'autorizzazione a procedere all'arresto, all'epoca rifiutato, che scatterà allorché Nick 'o mericano non sarà più onorevole, ossia tra qualche mese quando si insedierà il nuovo Parlamento, sono due eventi diversi eppure, paradossalmente, assai vicini tra loro considerando le gravi accuse imputate all'onorevole Cosentino. Premessa la presunzione di innocenza dell'ex Sottosegretario all'economia fino alla sentenza definitiva in terzo grado nel processo in cui è imputato di camorra, è evidente che, se davvero le accuse dei magistrati fossero fondate, in un solo colpo ieri ai casalesi sono stati inferti due grosse ferite privandoli contemporaneamente sia di uno dei maggiori capi sia di chi tesseva le fila ai piani alti del Palazzo per tutelarne gli interessi economici a spese degli onesti cittadini. In attesa di conoscere la verità processuale su Cosentino, nel dubbio, la sua esclusione dalle liste del PDL è un segnale forte se non addirittura inevitabile per un partito che, a detta del suo Segretario, vuole presentarsi agli occhi degli elettori come il partito degli onesti. Peccato che tale segnale sia giunto solo ora che i sondaggi dichiaravano che non candidando Cosentino il PDL avrebbe recuperato 2/3 punti sul PD, alimentando il legittimo dubbio che Cosentino sia stato sacrificato in virtù di una scelta esclusivamente opportunistica. Ad alimentare questa ipotesi è la presenza in lista di altri soggetti in odore di camorra come l'ex Presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro. Evidentemente tra i presunti due mali, il PDL ha optato per il minore!