LA VOCE DI KAYFA

GRAZIE A GRILLO ANCHE L'ITALIA HA I SUOI INDIGNADOS


 Nemmeno al cospetto delle inequivocabili immagini televisive trasmesse da Roma che diffondevano nel mondo una Piazza San Giovanni gremita di gente (secondo gli organizzatori 800 mila persone...) accorsa per seguire il comizio conclusivo di Beppe Grillo, leader indiscusso del M5S, gli avversari politici del comico genovese hanno il coraggio di ammettere di aver sottovalutato il fenomeno. E soprattutto di aver sovrastimato oltre ogni limite il livello di dabbenaggine degli italiani, convinti che anche questa volta gran parte del popolo italiota avrebbe abboccato come pesci all’amo attratti dalle allettanti esche dello loro promesse elettorali; dimenticando con la solita facilità che la causa dei mali propri e del paese sono quegli stessi politici che al di là dello schermo televisivo, in campagna elettorale,  propongono con tracotanza soluzioni infallibili atte a risollevare le sorti economiche del paese dopo averlo miseramente affossato. Le centinaia di migliaia di persone confluite ieri in Piazza San Giovanni e quei milioni di elettori, quasi certamente una decina, che tra domani e lunedì voteranno M5S sono l’indelebile segnale di quanto bassa sia la credibilità dei politici agli occhi di milioni di cittadini che si sono visti defraudare, nell’arco di un anno, dalle politiche vessatorie attuate dal governo Monti per sanare le casse dello Stato - svuotate nell’arco di vent’anni dall’incapacità e dall’ingordigia dei precedenti governi, in particolare da quelli di Berlusconi - del diritto di andare in pensione, della tutela al/del lavoro, della garanzia di un futuro per sé e per i propri figli, dell'assistenza sanitaria, dell'alta qualità dell'insegnamento pubblico, della ricerca. Ascoltare per anni i politici conclamare ai quattro venti di voler tagliare i costi della politica – riduzione del  numero dei parlamentari, drastici tagli ai loro stipendi e alle pensioni, drastica riduzione delle auto blu –  e modificare la legge elettorale per restituire ai cittadini il diritto di votare non solo il partito ma anche il candidato: e poi vedere che in meno di quindici giorni si è ristrutturato il sistema pensionistico, maturando un numero incredibile di esodati, altra piaga sociale, mentre dei tagli ai costi della politica e modifica della legge elettorale nemmeno l’ombra, era plausibile immaginare che tutto ciò avrebbe alimentato nell’animo dei cittadini un odio profondo verso la politica, rendendoli particolarmente sensibili a chi avrebbe offerto loro la possibilità di mandare a casa quei politici che da anni riscaldano con le loro onorevoli terga i seggi parlamentari e quelli istituzionali per fare ufficialmente gli interessi del paese e invece pensano solo ai fatti propri e di pochi intimi amici. Sarà pur vero che Grillo fa populismo ma è altrettanto vero che nei suoi comizi non si stanca mai di ribadire di non avere la bacchetta magica; avvertendo che per risanare il paese, attuando il programma del M5S, ci vorranno almeno due generazioni. Viceversa chi fa politica da una vita finora non ha fatto altro, nel migliore dei casi, di non svolgere al meglio  il proprio ruolo; promettendo in campagna elettorale mare e monti (restituzione immediata dell’IMU sulla prima casa, taglio delle tasse e quattro milioni di posti lavoro, Berlusconi; restituzione dell’IMU sulla prima casa ai redditi medio bassi, rimodulazione della tasse, cancellazione del ticket sulle visite specialistiche, Bersani; rimodulazione dell’IMU sulla prima casa e delle tasse, cento euro in più in busta paga, Monti) Era prevedibile che, prima o poi, gli italiani si sarebbero stufati di essere presi per il culo, sentendo l’irresistibile bisogno di mandare a casa tutti quei politici, non solo il cavaliere, che in tanti anni hanno promesso loro di tutto e  di più per poi portarli tristemente alla fame. Altro che indignados spagnoli...Grazie a Grillo, i veri indignati siamo noi italiani!