LA VOCE DI KAYFA

GRILLO SBANCA ALLE ELEZIONI: IL M5S È LA VERA SINISTRA


 L'affermazione elettorale del M5S come primo partito italiano con oltre il 25% di preferenze testimonia che nel nostro paese quei partiti che si dicevano di sinistra, in primis il PD di Bersani, lo erano solo per derivazione dal passato delle Bolognina di occhettiana memoria. In realtà il loro adeguarsi ai tempi e al fenomeno Berlusconi li ha inesorabilmente imborghesiti, facendogli preferire gli studi televisivi e i teatri alle piazze quali luoghi da cui rivolgersi al proprio elettorato. Utilizzando un linguaggio sempre più articolato di difficile comprensione per operai, impiegati, pensionati, disoccupati, studenti, precari. Persone che la mattina si alzano con l'assillo di doversi inventare qualcosa per tirare avanti dignitosamente anziché soffermarsi a leggere sul giornale il filosofeggiare dell'editorialista di turno di sinistra che, più che un articolo, scrive un vero e proprio saggio tecnico allo scopo di convincere i lettori a votare per la propria parte politica, o assistere in televisione alle comparsate dei vari leader imbellettati dalle truccatrici come star. La favoletta ripetuta fino alla noia da Bersani e c. del partito di sinistra che, pur consapevole che, dimessosi Berlusconi, se si fosse andati subito alle urne avrebbe stravinto sia alla Camera che al Senato con un vero e proprio cappotto, per senso di responsabilità decise di appoggiare la soluzione del governo Monti proposta da Napolitano, non ha convinto nessuno di quelle centinaia di migliaia di disoccupati che  hanno perso il lavoro  perché le imprese in cui lavoravano hanno dovuto chiudere sbranate dalla crisi; quelle migliaia di esodati lasciati senza né pensione né lavoro dalla riforma pensionistica Fornero; quelle migliaia di imprenditori e famiglie che faticano ad avere un credito dalle banche nonostante le stesse fossero foraggiate dalla BCE e dal governo affinché facilitassero i prestiti; quelle migliaia di precari della scuola defraudati dal governo Monti della speranza di entrare di ruolo dopo anni di sacrifici e di tormenti;  quei milioni di cittadini cui sono stati chiesti enormi sforzi economici per evitare che il paese facesse la stessa fine della Grecia, poi costretti a ingoiare l'amara beffa di vedere i politici ingrassarsi senza ritegno con i soldi pubblici. Bersani e c. sanno benissimo che, se avessero vinto le elezioni all'epoca in cui il cavaliere si dimise, sarebbe ricaduto sulle loro spalle l'onere di attuare politiche impopolari per risanare il paese, attirandosi addosso l'ira dei cittadini. In particolari di quei ceti di cui dovevano difendere gli interessi anziché lederli per fronteggiare la drammatica situazione lasciata dall'ultimo governo di centrodestra.Dichiarare di avallare le manovre vessatorie di Monti solo per spirito di responsabilità, congiuntamente al PDL e Casini, e poi sperare che la povera gente, allorché fosse nel seggio, dimenticasse che tra i responsabili dei propri mali ci fosse anche il PD era da illusi. A meno che Bersani e c. e i loro baciapile editoriali non confidassero a loro volta nella fisiologica memoria corta e dabbenaggine degli italiani... La fame quale conseguenza del tradimento attuato da un partito che doveva tutelarne gli interessi ha imposto alla povera gente a guardarsi bene intorno per cercare un volto nuovo cui affidare la tutela di se stessa e dei propri figli. Gli italiani lo hanno fatto e hanno trovato in Grillo un convincente interlocutore che parlava loro direttamente dalle piazze in un linguaggio comprensibile; sotto la pioggia e la neve, invece che al caldo di uno studio televisivo o di un teatro dove potevano accedere solo pochi fedelissimi e iscritti al partito per evitare antipatiche contestazioni. Chi vuole fare gli interessi del popolo si offre al suo abbraccio anziché sfuggirlo, accentando le critiche e i fischi, non solo gli applausi a comando della claque. Grillo lo ha fatto ed è stato premiato!