LA VOCE DI KAYFA

A POZZUOLI È GUERRA ALLE STRISCE BLU


 Da quando il comune di Pozzuoli ha emanato l'ordinanza sindacale nr. 81 del 1 marzo 2013 che prevede la sosta su strisce blu, dunque a pagamento, in Largo Palazzine e vie adiacenti - dove fino al mese scorso si è sempre parcheggiato gratuitamente - lasciando liberi solo 25 posti su strisce gialle e 57 di colore bianco per la sosta libera di un'ora col disco orario, molti puteolani si stanno chiedendo se l'attuale sindaco Vincenzo Figliolia sarebbe stato eletto primo cittadino se in campagna elettorale avesse paventato una soluzione del genere che penalizza centinaia di puteolani i quali, dall'oggi al domani, si vedono costretti a dover trovare un'alternativa – quasi sempre a pagamento in un garage, o lontano un “miglio” da casa - alla sosta e al parcheggio della propria vettura nei pressi di casa, senza rischiare di incorrere in sanzioni disciplinari. Che i comuni siano in crisi finanziaria causa la politica vessatoria e di tagli alla spesa pubblica del governo, lo sanno perfino cani e porci. Amareggia che a pagarne le conseguenza debbano essere sempre i cittadini, soprattutto in un comune come Pozzuoli ricco di storia e di reperti archeologici che gli consentirebbero di vivere di rendita se li sfruttasse adeguatamente a scopo turistico. Domenica scorsa mia moglie, tornando a piedi dal cimitero, all'altezza dell'ingresso dell'anfiteatro Flavio fu fermata da una coppia di turisti tedeschi che, delusi di non poter visitare l'anfiteatro perché chiuso, le domandarono, mostrandole la guida turistica, se fosse stato possibile visitare almeno il Rione Terra. Imbarazzata, mia moglie disse che anche lì avrebbero trovato probabilmente chiuso! So bene che la tutela e la gestione dei beni archeologici sono di competenza della Soprintendenza ai Beni Culturali. Ma visto che chi di dovere latita nella loro cura e nel renderli fruibili al pubblico, non sarebbe il caso che il Comune tramite l'Assessorato alla Cultura e al Turismo ne chiedesse la gestione in cambio di riversare nelle proprie casse i proventi derivanti al fine di rimpinguare le casse comunali senza accanirsi ulteriormente sul quelle dei cittadini senza sconvolgerne esigenze e abitudini? Possibile che nessuno in questa città riesca a comprendere quale inesauribile fonte di arricchimento sarebbero per il comune e i suoi abitanti la tutela e lo sfruttamento a livello turistico del patrimonio archeologico flegreo e delle sue bellezze paesaggistiche? Possibile che l'unica cosa che sa fare il comune per dare respiro alle proprie casse sia quella di tassare con le strisce blu i cittadini, lasciando degradare nell'indifferenza assoluta il patrimonio archeologico, diversamente da quanto avviene in altre parti d'Italia dove è salvaguardato gelosamente per trarne ricchezza sociale?